L’ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività) è uno dei disturbi del neurosviluppo più frequente nei bambini.
Nonostante sembri avere una chiara origine neurobiologica, non sempre viene diagnosticato come disabilità. La diagnosi, infatti, dipende dal livello di gravità. Allora, la domanda diventa spontanea: ADHD c’è il sostegno a scuola? Scopriamo insieme cosa stabilisce la norma e come la scuola dovrebbe aiutare i bambini affetti da ADHD.
ADHD: alunni iperattivi a scuola
Prima di chiarire se l’ADHD ha il sostegno a scuola, è bene definire il disturbo. I bambini che ne sono affetti hanno difficoltà nel mantenere la concentrazione (disattenzione), nel gestire gli impulsi (impulsività) e nel controllare le attività motorie (iperattività). Come è evidente, si tratta di caratteristiche che di per sé potrebbero non apparire patologiche. Ebbene, i segnali di allerta devono essere presenti per almeno sei mesi e devono insorgere prima del settimo anno di età.
Ma quali sono questi sintomi? Qui sotto, un piccolo elenco esemplificativo. I sintomi elencati devono tutti verificarsi spesso per essere spie di ADHD:
- ha difficoltà a mantenere l’attenzione
- non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente
- muove mani o piedi in maniera irrequieta
- si dimena sulla sedia
- salta e corre ovunque in modo eccessivo o in momenti in cui non dovrebbe farlo
- interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti
- perde gli oggetti indispensabili per i compiti o le altre attività scolastiche
L’ambiente scolastico può avere un impatto significativo sull’intensità dei sintomi nei bambini con ADHD. È quindi fondamentale che insegnanti ed educatori strutturino strategie didattiche individualizzate e personalizzate.
ADHD sostegno a scuola
I sintomi elencati qui sopra possono minare l’andamento scolastico di un bambino. Chiaramente, la negatività del loro impatto dipende dalla gravità del sintomo. Sta di fatto, comunque, che un alunno spesso distratto avrà maggiori difficoltà rispetto a un alunno mediamente attento. Quanto appena detto dimostra come la domanda “ADHD sostegno o no?” abbia un’unica risposta. Il sostegno è assolutamente necessario per far sì che gli studenti non siano penalizzati nel raggiungimento dei loro obiettivi scolastici.
Gli studenti con ADHD, per esempio, hanno particolari difficoltà ad affrontare situazioni rigide. É fondamentale, dunque, individuare un insieme di regole che possano essere adattate alle caratteristiche dei singoli studenti, pur mantenendo una certa flessibilità per raggiungere gli obiettivi didattici. Spesso, infatti, è necessario prevedere pause tra le attività, ridurre la durata dei compiti, scegliere unità di lavoro brevi o fornire spiegazioni semplici e concise.
Promuovere e stimolare il ruolo degli studenti e coinvolgerli attivamente nel processo di apprendimento è un’altra strategia importante per affrontare i problemi di attenzione e di impulsività negli studenti con ADHD.
Didattica inclusiva
Quando si parla di ADHD, la sfida dell’educazione inclusiva consiste nel consentire l’integrazione di tutti gli alunni. Infatti, l’articolo 34 della Costituzione afferma che “la scuola è aperta a tutti”.
Naturalmente, questo include i bambini con diagnosi di ADHD e in questi casi l’educazione inclusiva richiede una combinazione di strategie didattiche e di supporto personalizzato. In quest’ottica, il lavoro costante degli insegnanti di sostegno è essenziale.
Questi professionisti vengono formati attraverso dei Tirocini Formativi Attivi per mettere poi in pratica l’integrazione scolastica.
Gli alunni con ADHD hanno diritto a un insegnante di sostegno?
L’attuale legge in materia di disabilità (legge 104/92) prevede l’inserimento di un insegnante di sostegno nella classe solo se l’alunno in questione viene certificato.
L’ADHD può essere di varia entità. Questo significa che l’ADHD ha il sostegno a scuola solo nei casi più gravi. Quando cioè un’apposita Commissione ATS la riconosce come disabilità e stabilisce che l’alunno ha diritto all’insegnante di sostegno.
A livello normativo c’è stata, però, un’integrazione. La legge numero 170 del 2010 ha fissato le nuove direttive in ambito scolastico per gli studenti affetti da disturbi specifici dell’apprendimento. Le misure della legge 170 sono state estese anche agli studenti con ADHD grazie alla direttiva ministeriale del 27 dicembre del 2012.
Se vuoi orientarti meglio a livello normativo, dunque, l’ADHD è regolamentata dalla legge 104 e dalla legge 170. L’una non esclude l’altra. In altre parole, non dovrai cercare ADHD legge 104 o 170, ma ADHD legge 104 e 170. L’applicazione dell’una o dell’altra norma dipende dal livello di gravità del disturbo. Per livelli gravi si fa riferimento alla certificazione di disabilità come stabilito dalla legge 140. Per livelli meno gravi si fa riferimento alle misure di aiuto stabilite dalla legge 170.
ADHD: PEI o PDP?
In caso di diagnosi di ADHD con certificazione di disabilità in base alla legge 104, il bambino/a ha diritto al sostegno tramite il PEI (Piano Educativo Individualizzato), con il supporto quotidiano di un apposito insegnante specializzato presente in classe.
In caso di diagnosi di ADHD senza certificazione di disabilità (legge 170), il bambino ha diritto al PDP (Piano Didattico Personalizzato).
Approfondiamo il PDP. Quest’ultimo prevede una combinazione di strategie didattiche e di supporto individuale. Si tratta cioè di un documento formale che determina le misure educative da attuare durante l’anno scolastico ed è uno strumento essenziale per la didattica inclusiva.
Il PDP viene strutturato sulla base di alcuni elementi specifici:
- dati anagrafici dell’alunno
- tipo di disturbo
- attività didattiche individualizzate
- attività didattiche personalizzate
- misure compensative utilizzate
- strumenti dispensativi utilizzati
- forme di valutazione personalizzate
Disturbo da deficit di attenzione e iperattività: l’evoluzione del sostegno scolastico
Grazie al decreto ministeriale numero 62 del 2024, in vigore dal 2025, gli interventi di supporto agli allievi sono stati migliorati ulteriormente. L’ADHD ha cioè un sostegno a scuola ancora più articolato. Il nuovo decreto, infatti, stabilisce l’obbligo di:
- Accomodamenti ragionevoli – con questa dicitura si definiscono tutti quegli interventi mirati, il cui obiettivo consiste nella rimozione delle barriere educative
- Progetto di vita individuale personalizzato e partecipato – il piano educativo per l’alunno con ADHD diventa cioè un vero e proprio piano di vita, con l’obiettivo di migliorare il benessere generale dell’alunno. É previsto, infatti, un maggiore coinvolgimento dell’alunno e delle famiglie nella definizione del piano di intervento e la dotazione di sportelli di sostegno psicopedagogico
Non solo, le nuove linee guida prevedono: l’utilizzo di strumenti dotati dei moderni sistemi di intelligenza artificiale, l’organizzazione di laboratori e l’adozione di metodi didattici esperienziali e di nuovi modelli come la classe rovesciata (flipped classroom).
Chi certifica l’ADHD?
Di solito, le equipe mediche sono costituite da un neuropsichiatra infantile e da uno psicologo. Questi medici sottopongono il bambino a una visita neurologica e a un colloquio iniziale. Dopodiché vengono somministrati dei test. Alla fine del processo valutativo, l’equipe stende una relazione medica e certifica l’ADHD.
Ovviamente, non troverai per l’ADHD una percentuale di invalidità per bambini in caso di disturbo non grave. L’invalidità civile, infatti, viene concessa in caso di disturbi che impediscono ai soggetti affetti di svolgere le normali attività quotidiane connesse alla loro età.
Chi stabilisce il numero di ore di sostegno?
Il numero di ore di sostegno per gli alunni con disabilità certificata, in base alla legge 104, viene determinato sulla scorta delle esigenze individuali di ciascun alunno e delle indicazioni degli esperti nel campo dell’educazione inclusiva.
Di fatto, viene stabilito sulla base della proposta del GLO (Gruppo di lavoro operativo sul caso). La quantificazione viene effettuata per singoli alunni. Sarà poi premura del dirigente sommare le ore e chiedere all’USR (Ufficio Scolastico Regionale) l’assegnazione ufficiale del monte ore di sostegno ottenuto.
ADHD e sostegno a scuola: il GLO
Il GLO (Gruppo di Lavoro Operativo) è stato introdotto in ogni singola istituzione scolastica, al fine di agevolare l’inclusione degli alunni disabili (D.Lgs 96/2019, art. 8, c. 10, Modifica all’art. 9 del D.Lgs 66/2017).
Il GLO svolge le seguenti funzioni:
- definizione del PEI (Piano Educativo Individualizzato)
- verifica del processo d’inclusione
- proposta della quantificazione delle ore di sostegno e delle altre misure di sostegno, tenuto conto del Profilo di Funzionamento
Da chi è composto il GLO?
Stando alla normativa (art. 3, commi 1-2 del Decreto Ministeriale n. 180/20), il GLO è composto dal team dei docenti contitolari o dal consiglio di classe e presieduto dal dirigente scolastico o da un suo delegato. I docenti di sostegno, in quanto contitolari, fanno parte del Consiglio di classe o del team dei docenti. Partecipano al GLO i genitori dell’alunno con disabilità o chi ne esercita la responsabilità genitoriale.
In che modo viene approvato il PEI?
Il PEI viene approvato a maggioranza. È molto importante l’incontro finale del GLO, perché rivolto a fare il punto della situazione e anche programmare eventuali interventi per l’anno scolastico successivo. Questo appuntamento della riunione del Gruppo di Lavoro è altresì destinato a predisporre il PEI provvisorio per gli studenti che hanno ottenuto per la prima volta la certificazione della condizione di disabilità ai fini dell’inclusione scolastica.
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