Aspettativa docenti: come funziona e quali sono le regole

docenti in aspettativa

L’aspettativa per docenti è un tema che non abbiamo ancora affrontato su questo blog. E ci sembra giusto farlo. Che sia dovuto a motivi di studio o famigliari, i docenti hanno diritto a un periodo di sospensione dal servizio, che va concordato e per il quale si richiede di rispettare un iter ben preciso di comunicazione. Ne parliamo diffusamente in questo articolo, sperando di sciogliere i dubbi più frequenti in merito.

Aspettativa docenti: la normativa

La legge che si è occupata di inquadrare la richiesta e l’ottenimento dell’aspettativa per docenti risalate al CCNL Comparto Scuola del 2007. Non è una legge molto recente, ma traccia le linee guida che si devono tuttora seguire per prendere l’aspettativa da scuola.

In particolare si deve fare riferimento all’art.18, che recita:

L’aspettativa per motivi di famiglia o personali continua ad essere regolata dagli artt. 69 e 70 del T.U. approvato con D.P.R. n. 3 del 10 gennaio 1957 e dalle leggi speciali che a tale istituto si richiamano. L’aspettativa è erogata dal dirigente scolastico al personale docente ed ATA. L’aspettativa è erogata anche ai docenti di religione cattolica di cui all’art. 3, comma 6 e 7 del D.P.R. n. 399/1988, ed al personale di cui al comma 3 dell’art. 19 del presente CCNL, limitatamente alla durata dell’incarico.

Riportiamo, per chiarezza anche il comma 2, che ci aiuta a far luce su quali possono essere le motivazioni per richiedere l’aspettativa come docente:

Ai sensi della predetta norma [comma 1] il dipendente può essere collocato in aspettativa anche per motivi di studio, ricerca o dottorato di ricerca.

Ma la legge segnala anche chi sono i lavoratori della scuola che possono prendere l’aspettativa, e li elenchiamo qui di seguito:

  • tutto il personale assunto a tempo indeterminato (non è necessario aver superato il periodo di prova)
  • i docenti di religione cattolica, sia a quelli con 4 anni di anzianità, sia a quelli sprovvisti, al personale docente, educativo ed ATA assunto con contratto a tempo determinato per l’intero anno scolastico (31/8) o fino al termine delle attività didattiche (30/6). È quindi escluso il personale assunto per supplenza “breve”

Docenti in aspettativa: durata, retribuzione e valutazione del servizio

Il lavoratore della scuola o docente può prendere aspettativa per motivi di famiglia, di studio o personali sia in un’unica soluzione che prevede un periodo di tempo unico, sia in più periodi frazionati nel tempo.

Nel caso di docenti in aspettativa senza soluzione di continuità la durata di questa misura non può superare i 12 mesi. Invece, nel caso di periodi spezzettati questa non può superare, per nessuna ragione, l’arco temporale di cinque anni, per una durata totale di due anni e mezzo.

I cinque anni sono da calcolare a scadere dell’ultimo giorno del nuovo periodo di aspettativa richiesto. Sembra che sia abbastanza chiaro. I periodi di aspettativa dei docenti che prevedono l’espletamento del servizio tra un periodo e l’altro non possono prevedere periodi di congedo che si sovrapporrebbero alla misura in corso.

Il quinquennio da prendere in considerazione è quello che verrà a scadere nell’ultimo giorno del nuovo periodo di aspettativa richiesto.

I periodi di aspettativa intervallati da periodi di servizio attivo (non possono essere valutati servizio attivo né il congedo ordinario né quello straordinario) non superiori a sei mesi si sommano ai fini del raggiungimento del limite di un anno come se fossero continuativi, mentre se il servizio attivo è superiore a sei mesi il computo del limite massimo riprende dall’inizio.

Per motivi particolarmente gravi è prevista la proroga eccezionale dell’aspettativa di durata non superiore a sei mesi.

Durante l’aspettativa (compresi gli eventuali 6 mesi di proroga eccezionale) il dipendente non ha diritto alla retribuzione. Questi sono aspetti da calcolare attentamente. Il tempo in cui il docente in aspettativa interrompe la sua prestazione professionale non viene conteggiato come tempo valido per l’anzianità di servizio e neanche ai fini della progressione di carriera. E non è finita qui. Gli aumenti di stipendio che derivano dall’anzianità di servizio, i trattamenti relativi alla previdenza, la maturazione dei giorni di ferie e quella utile per la tredicesima e le festività vengono sospese e non sono più fruibili per quel lavoratore della scuola.

Ci si deve ragionare bene, prendere l’aspettativa da docente non è un gioco, anche se sappiamo che spesso chi la richiede lo fa anche perché è incappato in imprevisti che lo obbligano a farne domanda, e non espressamente per una sua volontà di sospendere la prestazione professionale. Spesso i docenti in aspettativa hanno le loro validissime ragioni, e hanno valutato le conseguenze per tempo.

Prendere aspettativa docente: tempo indeterminato o determinato

Un’altra distinzione rispetto alle caratteristiche che assume la misura dell’aspettativa per i docenti riguarda il personale con contratto a tempo indeterminato e il personale a tempo determinato.

Nel primo caso, l’aspettativa per personale con contratto a tempo indeterminato non può essere conteggiata come periodo di provo come anno di formazione (l’anno a cui devono partecipare i docenti recentemente assunti o che finalmente hanno visto confermato il passaggio di ruolo), tantomeno per accumulare punteggio utile alle procedure di mobilità o di avanzamento della graduatoria interna per l’individuazione del personale soprannumerario. Dipende anche dalla motivazione.

L’aspettativa docenti richiesta per motivi di famiglia vale per il punteggio di cui si necessità per i servizi di ruolo e di preruolo, a condizione che nell’anno scolastico dell’aspettativa si sia prestato servizio per un numero di giorni di servizio non inferiore a 180 giorni.

Veniamo alla casistica che coinvolge il personale docente con contratto a tempo determinato in aspettativa. Sia per i contratti che scadono il 30 giugno che per quelli che scadono il 31 agosto l’anzianità di servizio viene del tutto sospesa, quindi ci si può tranquillamente scordare la valutazione di questo tempo di aspettativa come giorni validi per accumulare anzianità di servizio, ferie, tredicesima, contributi e compagnia bella.

Le motivazioni valide per il periodo di aspettativa dei docenti

In quali casi si può fare domanda per un periodo di aspettativa nella scuola?

Alcuni docenti prendono aspettativi per motivi di studio, come ad esempio l’iscrizione a un corso di laurea, o per redigere la relazione finale di un dottorato di ricerca.

Ma sono i motivi famigliari che vanno per la maggiore, insieme a quelli che rientrano nei più generici “motivi familiari”.

Qualche esempio può aiutarci a chiarirci le idee, soprattutto a chiarirle a chi vuole chiedere questa misura.
Si intendono per motivi personali e familiari di aspettativa tutte quelle situazioni in cui per il docente o il lavoratore della scuola si manifesta la necessità di tutela del suo benessere e sviluppo o del benessere e sviluppo di un membro della sua famiglia.

Non per forza si deve trattare di eventi di particolare gravità, ma di situazioni che il docente ritiene che meritino la sua assenza da lavoro, che dovrà motivare tramite domanda.

Presentare domanda di aspettativa per i docenti

Il docente deve presentare domanda per prendere aspettativa. La domanda deve essere presentata con anticipo, fanno eccezione motivi urgenti e imprevedibili. La domanda dev’essere presentata tramite documento scritto, in carta semplice, e inviata all’attenzione del Dirigente Scolastico.
La lettera di domanda deve essere indirizzata al dirigente scolastico, e deve contenere tutti gli estremi per inquadrare correttamente la richiesta d’aspettativa del docente, ovvero: la motivazione, la data di decorrenza e la durata dell’assenza dal servizio.

All’interno della domanda dovranno dunque emergere eventuali esigenze famigliari che implicano la necessità di assentarsi dal lavoro, o eventuali esigenze di studio o personali di altro tipo. Per la domanda di aspettativa è valida la forma autocertificata alla quale si allegheranno i vari documenti correlati, come il certificato del medico di famiglia, qualora l’aspettativa venga richiesta per assistente un membro della famiglia che richiede la presenza del lavoratore.

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