Cos’è il PEI: definizione e finalità

richiesta delle ore di sostegno

Se ti stai preparando a lavorare come insegnante di sostegno è molto importante che tu sappia che cos’è il PEI. Questa sigla indica il Piano Educativo Individualizzato, necessario per fornire un piano didattico personalizzato capace di favorire l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità certificata. Qui di seguito approfondiremo questa tematica, anche alla luce dei recenti aggiornamenti in materia.

Che cos’è il PEI

Il PEI è il documento ufficiale che viene richiesto e attivato dalla scuola per la progettazione della didattica destinata ad alunni con disabilità. La finalità di questo documento è quella di garantire e lavorare di concerto per offrire un progetto didattico in grado di rispettare il diritto allo studio e all’inclusione scolastica di tutti gli studenti e le studentesse. Al modello del PEI lavorano congiuntamente diversi approcci professionali, per fare in modo che siano integrati tutti gli aspetti e gli strumenti di supporto per un intervento educativo didattico atto a perseguire determinati obiettivi. Dunque al suo interno vengono indicate le figure professionali impiegate, gli strumenti metodologici, le mete e le modalità di valutazione del perseguimento degli obiettivi. Il fine ultimo è quello di costruire un contesto di apprendimento accogliente e funzionale allo sviluppo delle capacità e delle facoltà dello studente al centro del piano individualizzato. A grandi linee ecco che cos’è il PEI. Ultimamente se ne sente parlare spesso perché nei primi mesi del 2022 sono state introdotte alcune novità in materia, novità che hanno apportato alcuni cambiamenti interessanti, rispetto agli obiettivi educativi e didattici e alla modalità di perseguimento.

Cos’è il PEI e chi ci lavora

Abbiamo illustrato quali sono i punti essenziali del PEI, strumenti di grande interesse funzionale all’integrazione degli alunni con disabilita. Il PEI è presente come documento in diversi gradi di istruzione, nella scuola dell’infanzia quanto nella primaria, passando per la scuola secondaria di I e II grado. Il PEI è da intendersi come documento annuale, in quanto viene redatto ogni nuovo anno scolastico e ogni volta sia necessario attuare modifiche al percorso scolastico dell’alunno. Nel 2020 erano state annunciate alcune modifiche nell’impostazione del documento, tramite il decreto interministeriale 182 del 29 dicembre 2020. Le nuove regole si concentrano sulle figure professionali coinvolte, che sono diverse rispetto a quelle che venivano prese in considerazione prima delle modifiche. Ecco, quali sono i professionisti che lavorano alle finalità del PEI, secondo le nuove indicazioni:

  • l’insegnante di sostegno
  • l’assistente all’autonomia e/o alla comunicazione
  • e i collaboratori scolastici impegnati nell’assistenza igienica di base
  • Insieme, queste figure compongono il GLO, il Gruppo di Lavoro Operativo presieduto dal dirigente scolastico o da un suo delegato

Il GLO, ovviamente, si deve anche interfacciare con:

  • i genitori dell’alunno con disabilità;
  • con le figure professionali specifiche che interagiscono con la classe;
  • con l’alunno;
  • e, infine, i rappresentanti dell’Unità di Valutazione Multidisciplinare dell’ASL.

Finalità del PEI: Piano Educativo Individualizzato

Per portare a termine le progettualità prefissate cosa devono fare i professionisti incaricati? Tutte le azioni considerate funzionali vengono racchiuse nella trattazione del PEI che il Gruppo di Lavoro deve scrivere insieme. Come prima cosa procederà all’osservazione attenta dell’alunno, dei suoi bisogni, comportamenti e necessità, al fine di progettare un supporto didattico su misura. Il Piano Educativo Individualizzato deve tener conto e progettare:

  • obiettivi ed esiti attesi dall’alunno;
  • interventi didattici e metodologici (attività, strumenti e strategie diverse).

Di quali dimensioni deve tener conto il nuovo PEI?

Come indicato nelle linee guida ministeriali e ufficiali il nuovo PEI deve tener conto delle seguenti dimensioni:

  • la dimensione della Socializzazione e dell’Interazione sia con il gruppo dei pari, sia con gli adulti;
  • Dimensione della Comunicazione e del Linguaggio (comprensione e produzione);
  • la dimensione dell’Autonomia della persona e Autonomia sociale e dell’Orientamento: motricità globale e fine e dimensione sensoriale visiva, uditiva, tattile;
  • Dimensione Cognitiva, Neuropsicologica e dell’Apprendimento: capacità riguardanti la memoria, all’intelletto, all’organizzazione spazio-temporale, allo stile cognitivo, alla capacità di utilizzare e integrare le competenze per risolvere compiti.

Il PEI è il documento che segna l’inizio, ma al quale segue l’impegno quotidiano degli attori coinvolti. Dopo la sua redazione il GLO può riunirsi almeno una volta l’anno per aggiornare il piano, rivederlo e verificare se gli obiettivi attesi sono stati raggiunti e tramite quali interventi in particolar modo. Il 30 giugno di solito una data importante, quella in cui viene e fissata un’ulteriore riunione per verificare gli esiti del piano, e per rifare il punto della situazione prima del nuovo anno scolastico e per tanto valutare se è necessario aggiustare il tiro, modificare qualcosa, aggiornare alcune informazioni.

Che cosa è il PEI: com’è fatto il modello

Per capire come funziona il Piano Educativo Individualizzato può essere utile conoscere le varie voci che lo compongono, di modo da inquadrare con precisione quali informazioni suono necessarie Per agevolare la tua conoscenza te le sintetizziamo qui di seguito: Il PEI prevede le seguenti voci:

  • Assistenza di base: riguarda interventi destinati al supporto materiale, naturalmente senza vincoli di orario. Nel riquadro sono specificate le tipologie di intervento più comuni: assistenza igienica, compresi accompagnamento e assistenza nell’uso dei servizi e pulizia; spostamenti, compresa l’accoglienza all’entrata e l’accompagnamento all’uscita nonché supporto e vigilanza nei movimenti interni; mensa, compreso l’eventuale supporto necessario per assumere merende o altro durante le pause. Qualora l’alunno non necessiti di assistenza relativa alle voci suddette, bisogna specificare nella voce altro di quale tipo di assistenza si tratti (esclusa quella di tipo sanitario).
  • Assistenza specialistica: diversamente da quella di base, l’assistenza specialistica all’autonomia e/o alla comunicazione riguarda interventi educativi. Nel caso l’alunno necessiti di assistenza per la comunicazione, se ne deve specificare la tipologia sulla base dell’esigenze e del tipo di disabilità del medesimo allievo: visiva, uditiva o intellettiva e disturbi del neuro sviluppo, che richiedono modalità di comunicazione alternative. Nel caso in cui l’alunno necessiti di assistenza per lo sviluppo dell’autonomia, è necessario specificare il tipo di intervento: interventi di autonomia personale identificati sinteticamente con “cura di sé”; interventi in mensa; altro (da specificare). E’ previsto, inoltre, un campo aperto dove descrivere sinteticamente l’organizzazione prevista, esprimendo una riflessione sui collegamenti tra i compiti delle varie figure, al fine di ottimizzare l’utilizzo delle risorse.
  • Esigenze di tipo sanitario: le esigenze di tipo sanitario, quale ad esempio la somministrazione di farmaci, non vanno inserite nel PEI; al riguardo, nel riquadro si rinvia alla documentazione presente nel fascicolo dell’alunno.
  • Arredi speciali, Ausili didattici, informatici, ecc: nel riquadro vanno indicati la tipologia e le modalità di utilizzo di arredi speciali, quali ad esempio banchi speciali, sedie attrezzate, strumenti di accesso particolari e gli strumenti didattici e informatici necessari per l’anno scolastico successivo.

Come motivare la richiesta delle ore di sostegno

Ma in quali casi viene perseguita l’attivazione del PEI? Questo documento è strettamente legato alla richiesta del sostegno. Per richiedere l’attivazione delle ore di sostegno devono essere presentate delle motivazioni, queste devono essere inerenti i seguenti ambiti:

  • i bisogni dell’alunno in base al Profilo di Funzionamento, se disponibile, o in alternativa alla certificazione e alla Diagnosi Funzionale. (Il M.I. evidenzia che non deve esserci un rapporto sinallagmatico tra esigenza di supporto didattico e gravità clinica o quantificazione del deficit di funzionamento; inoltre, in presenza di compromissioni lievi o parziali, una richiesta elevata di sostegno deve avere un carattere eccezionale e deve essere adeguatamente e responsabilmente motivata);
  • le risorse ritenute necessarie per attivare gli interventi previsti, al fine di conseguire gli obiettivi delineati nel PEI, considerando come le medesime sono state effettivamente utilizzate (sez. 9 – Organizzazione generale del progetto di inclusione e utilizzo delle risorse) nell’a. s. che sta per terminare. Conseguentemente, oltre a non poter chiedere un numero di ore di sostegno maggiore a quello di frequenza dell’alunno, deve risultare che le medesime ore sono state effettivamente utilizzate nelle attività o discipline in cui è prevista una forte personalizzazione dell’attività didattica, tale da richiedere necessariamente un supporto aggiuntivo.

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