Come diventare logopedista: studi e possibilità

Lavorare come logopedista

In questo articolo parleremo di come si diventa logopedista, un lavoro che affascina e interessa una buona percentuale di persone curiose di inserirsi nel campo delle professioni sanitarie della riabilitazione. La prima premessa da fare riguarda i titoli necessari per intraprendere la professione, ovvero la laurea in Logopedia, considerata indispensabile. Nei prossimi paragrafi ci occuperemo proprio di questo, di quale siano i percorsi di studio più adatti e le possibilità di inserimento.

Logopedista: titolo di studio

laurea in LogopediaIl logopedista è un operatore sanitario specializzato nelle questioni riguardanti la voce, il linguaggio e la comunicazione verbale. All’interno delle sue pertinenze occupa uno spazio a che la prevenzione e la riabilitazione del trattamento delle patologie della voce e del linguaggio (sia scritto che orale), nonché della deglutizione. Non si occupa in particolare modo di una fascia di età piuttosto che un’altra, nonostante possa maturare maggiore esperienza nel trattamento di disturbi specifici dell’infanzia o dell’età adulta, a seconda delle occasioni professionali che incontra, sviluppa e porta avanti.

l’ambito in cui lavora il logopedista è ampio, si tratta di una professione caratterizzata da un’interdisciplinarietà di base, che spazia dalla linguistica alla medicina. All’interno della preparazione di un logopedista c’è spazio per nozioni di fonologia, morfologia, sintassi, semantica, ma anche di genetica, neurologia, ortodonzia, e molto altro. Anche la psicologia e la sociologia sono discipline capaci di apportare maggiore consapevolezza delle condizioni su cui si interviene. 

Per questo motivo la formazione di base è in discipline mediche, difatti il corso di laurea solitamente fa riferimento alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, classe L/SNT2, perché indubbiamente il nucleo essenziale e fondamentale della preparazione risiede nell’origine dei processi patologici. Focalizzandosi su questi si può strutturare un intervento riabilitativo e terapeutico che tenga conto anche delle altre prospettive. 

Il percorso di formazione per diventare logopedista può dirsi concluso quando la formazione teorica e pratica di tipo accademico culmina nel conseguimento del titolo di laurea, al totalizzare 180 CFU, di cui 96 di didattica, 60 di tirocinio clinico professionalizzante e 24 di attività di laboratorio. Questa composizione integrata dei CFU, in cui rientrano approcci pratici e teorici allo stesso tempo, permette di costruire un buon bagaglio di competenze per l’esercizio della professione. 

Dunque, il corso di studi triennale, ovvero la laurea in Logopedia, permette di abilitare all’esercizio della professione, anche se il percorso idealmente può proseguire con ulteriori studi e specializzazioni, ad esempio con l’acquisizione di una laurea magistrale della durata di due anni o con la partecipazione ai corsi di perfezionamento e alta formazione, master di primo o secondo livello e corsi di aggiornamento e approfondimento. 

Diventare logopedista: cosa si occupa?

Abbiamo precisato quali sono i possibili studi per diventare logopedista, adesso possiamo addentrarci a conoscere più da vicino le attività e le funzioni che svolge questo professionista.
La sua specializzazione in ambito sanitario è funzionale, come detto precedentemente, alla valutazione, educazione e rieducazione dei disturbi della sfera del linguaggio e della comunicazione, e spazia fino all’attenzione nei confronti del ragionamento e dell’apprendimento in generale.

Il logopedista svolge la sua professione attraverso l’uso di strumenti e test necessari per la redazione di relazioni tecniche riguardanti i sintomi che affliggono il paziente, le possibili cause di questi sintomi e le eventuali cure.

Grazia alla raccolta di informazioni che porta avanti, non solo di tipo medico ma anche di tipo psicologico e sociale, sceglie quali azioni e percorsi intraprendere per la rieducazione e riabilitazione logopedica, anche collaborando con altri professionisti. 

I disturbi di interesse per il logopedista sono quelli che rientrano prevalentemente nei disturbi cognitivi specifici, come:

  • dislessia: difficoltà di apprendimento nella lettura 
  • disortografia: nell’ortografia
  • discalculia: nel calcolo 
  • disgrafia: nella scrittura 
  • disprassia: nella ridotta capacità di organizzare e compiere azioni intenzionali 
  • disfasia: nel linguaggio orale

Ma non solo. Il logopedista si occupa anche del trattamento di patologie che insorgono a causa di disturbi neurocomportamentali, neurologici o neuropsichici, problemi otorinolaringoiatrici, come:

  • problemi di articolazione vocale (distorsione di suoni, balbettii, difetti di pronuncia, sigmatismo)
  • disfonia (voce debole o bassa quale conseguenza di un trauma, per esempio un’operazione alle corde vocali)
  • disturbi della fluenza (balbuzie e disfemia)
  • disartria (disturbo fonetico che impedisce l’articolazione corretta di una o più parole, spesso presente nei soggetti affetti da patologie quali Parkinson o sclerosi multipla o in caso di paralisi cerebrale)
  • disfagia (difficoltà a deglutire)
  • disturbi dell’apprendimento (dislessia, disortografia, discalculia, disgrafia)
  • disturbi della parola e del linguaggio di origine neurologica (afasia) o dello sviluppo (disfasia)
  • disturbi del ragionamento logico e matematico (discalculia)
  • disturbi dell’udito (in questo caso, sarà compito del logopedista provvedere alla rieducazione del linguaggio nelle sordità acquisite)
  • disturbi persuasivi e/o relazionali (autismo o iperattività)
  • disturbi della comunicazione in situazioni di handicap, proponendo pertanto l’adozione di mezzi comunicativi alternativi e migliorativi (gesti, simboli, pittogrammi, sintesi vocali, ecc.)

Come si diventa logopedista: le competenze cliniche

Abbiamo elencato dettagliatamente di cosa si occupa e quali sono i disturbi di cui si occupa il logopedista, ma adesso cerchiamo di capire quali sono le competenze cliniche che vengono richieste a un professionista di questo settore. Stiamo parlando di un operatore sanitario, pertanto parliamo di competenze cliniche proprio esche nella pratica logopedia entrano in gioco i fattori che spesso solo funzionali anche alla pratica medica e clinica in generale. Infatti, ecco quali sono le competenze a cui stiamo facendo riferimento:

  • Prevenzione
  • Screening e diagnosi
  • Trattamento 
  • Assistenza

Sono quattro punti focali, attraverso i quali il lavoro da logopedista si esplica. Il professionista in questo campo è chiamato a identificare i disturbi linguistici e comunicativi e a comunicarli in modo chiaro, compresi i fattori di rischio.

Nello screening di valutazione si limita a ciò che pertiene al suo campo, operando analisi descrittive e funzionali per questi disturbi, eventualmente integrando valutazioni contestuali.

Il trattamento è un progetto terapeutico che si basa su questi due punti preliminari, sulle analisi dei deficit e dei bisogni del paziente e del contesto in cui vive. Infine l’assistenza è un vero e proprio percorso di accompagnamento e supporto del paziente nel quotidiano.

Oltre alla competenze accademiche, dunque, non possono mancare nel logopedista qualità come la sensibilità e la capacità di relazionarsi al prossimo in modo empatico. 

Lavorare come logopedista: dove?

studi per diventare logopedistaPossiamo affermare con un buon margine di certezza che il lavoro come logopedista è un lavoro che può vantare una buona percentuale di occupati già dopo il triennio di studi. La disoccupazione in questo campo ha indici molto bassi rispetto ad altri percorsi accademici e professionali. 

La fine del percorso formativo porta il laureato a prendere una decisione: proseguire gli studi o trovare un’occupazione. In quest’ultimo caso può riservarsi delle possibilità nel lavoro dipendente presso le strutture pubbliche o private (ASL, centri di accoglienza, ospedali, scuole, cliniche di riabilitazione, istituti geriatrici), oppure scegliere di lavorare come libero professionista aprendo uno studio personale o associandosi a uno studio già avviato. Per lavorare nel settore pubblico è necessario il superamento di un concorso, e delle relative prove d’esame.

Si accede ai concorsi pubblici per Logopedisti se si è in possesso dei seguenti requisiti:

  • diploma universitario di logopedista, ovvero i diplomi e gli attestati conseguiti e ritenuti equipollenti al diploma universitario ai fini dell’esercizio dell’attività professionale e dell’accesso ai pubblici concorsi
  • iscrizione all’Albo dei logopedisti in Italia prima dell’assunzione in servizio
  • i titoli di studio conseguiti all’estero devono essere riconosciuti equipollenti a uno dei titoli di studio italiani e le equipollenze devono sussistere alla data di scadenza del bando

Il concorso prevede:

  • una prova scritta
  • una prova pratica
  • una prova orale

La prova selettiva, consistente in un quiz, è indetta nei casi in cui il numero dei canditati al concorso sia alto. Gli argomenti sono pertinenti all’ambito di interesse della logopedia, agli aspetti etico-deontologici della professione sanitaria e del logopedista, alla legislazione sanitaria nazionale e regionale. 

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