Come diventare consulente per la protezione sociale

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Diventare un consulente per la protezione sociale è una scelta di carriera che permette di fare la differenza nella vita delle persone, aiutandole a navigare tra leggi, normative e servizi sociali. In questo ruolo, si fornisce supporto a individui e famiglie per garantire che abbiano accesso ai diritti e ai benefici a cui hanno diritto. Esploreremo i passi essenziali per intraprendere questa professione, dalle competenze richieste alle opportunità di formazione e alle prospettive di crescita in un settore in costante evoluzione.

Consulente protezione sociale: come nasce e cosa fa

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l ruolo del consulente per la protezione sociale è emerso negli ultimi anni come risposta alle crescenti complessità dei sistemi di welfare e alle esigenze di cittadini sempre più consapevoli dei propri diritti, ma spesso poco informati su come accedervi. Questa figura professionale nasce con l’obiettivo di fornire supporto e orientamento, aiutando a districarsi tra le numerose normative, procedure amministrative e possibilità di accesso a prestazioni sociali.

Cosa fa un consulente per la protezione sociale?

Il compito principale del consulente per la protezione sociale è fornire informazioni e assistenza su questioni legate alla protezione sociale. Questo può includere:

  1. Supporto nella richiesta di sussidi e prestazioni: il consulente guida le persone nel processo di richiesta di agevolazioni economiche, sussidi di disoccupazione, pensioni e altri benefici di welfare. Aiuta a compilare la documentazione, ad assicurarsi che le domande siano complete e a evitare errori che potrebbero rallentare o compromettere l’erogazione del beneficio.
  2. Orientamento sui diritti sociali: fornisce chiarimenti sui diritti che ciascuno ha in base alla propria situazione lavorativa, familiare o di salute, come maternità, infortuni sul lavoro o sostegno alla disabilità. Un consulente ben informato può fare la differenza tra un cittadino consapevole dei suoi diritti e uno che rischia di non usufruirne.
  3. Consulenza su pensioni e previdenza: la pensione è uno dei temi più complessi da affrontare. Il consulente può offrire supporto per comprendere meglio il sistema pensionistico, calcolare il proprio diritto alla pensione o valutare le opportunità di prepensionamento o pensione anticipata.
  4. Assistenza in caso di contenziosi: a volte possono sorgere dispute con enti previdenziali o di assistenza sociale, e in questi casi il consulente può fornire un supporto tecnico-legale per risolvere le controversie o per seguire un ricorso.
  5. Informazione su fondi integrativi e assicurazioni: oltre ai servizi pubblici, il consulente può anche aiutare a scegliere soluzioni di welfare integrativo, come fondi pensione privati o assicurazioni per la salute e l’invalidità.

Consulente per la protezione sociale: titoli di studio e punteggi

Per intraprendere la carriera di consulente per la protezione sociale, è fondamentale avere una solida base accademica. Il primo passo è ottenere una laurea triennale in discipline come scienze politiche, economia, giurisprudenza, scienze sociali o servizio sociale. Questa preparazione permette di acquisire una visione globale delle dinamiche economiche e giuridiche legate al lavoro, alla previdenza e all’assistenza sociale, fornendo competenze essenziali per operare nel settore.

Tuttavia, per ottenere posizioni più avanzate e specifiche, è spesso necessaria una laurea magistrale, richiesta da molte aziende e enti pubblici. Aree come il diritto del lavoro, l’economia sociale, le politiche pubbliche o la previdenza sociale offrono una preparazione mirata per affrontare le problematiche complesse del settore. Molti aspiranti consulenti scelgono di migliorare le proprie competenze attraverso master o corsi di specializzazione post-laurea.

Tra i requisiti generali per accedere al concorso, oltre ai titoli di studio e alle competenze tecniche, ci sono alcune condizioni amministrative essenziali. È richiesta la cittadinanza italiana o di uno Stato membro dell’Unione Europea, insieme alla regolarità rispetto agli obblighi di leva, se applicabili. Inoltre, chi ha lavorato nel settore pubblico non deve aver subito provvedimenti disciplinari come licenziamento, destituzione o interdizione. Si richiedono anche il pieno possesso dei diritti civili e politici e l’idoneità fisica.

Consulente Protezione Sociale INPS: il nuovo concorso

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Diventare consulente INPS richiede il superamento di una selezione pubblica, come stabilito dalla normativa. Questa selezione è regolamentata dall’accordo del 2018, con l’articolo 3 che indica le modalità di partecipazione ai concorsi aperti.

Per chi già lavora all’interno dell’ente, esiste una procedura selettiva interna, chiamata mobilità orizzontale, che permette il trasferimento a ruoli di consulente mantenendo lo stesso livello retributivo. Tale procedura è regolamentata dall’articolo 4 dell’accordo del 26 luglio 2017, che disciplina la mobilità orizzontale tra i vari profili previsti nel sistema organizzativo. È utile approfondire questi accordi per comprendere meglio le possibilità e i requisiti per la mobilità interna all’INPS.

Il percorso di accesso dall’esterno per diventare consulente per la protezione sociale segue lo stesso iter dei concorsi pubblici per altre posizioni nella Pubblica Amministrazione. Questo è regolato da bandi ufficiali e articolato in diverse prove e fasi concorsuali.

Qualora le candidature siano numerose, il concorso inizierà con una fase preselettiva, costituita da un quiz a risposta multipla su logica, test psicoattitudinali, informatica, lingua inglese e cultura generale. Una preparazione accurata, supportata da manuali specifici per concorsi e testi di preselezione, è essenziale per affrontare questa prova.

In seguito, i candidati saranno chiamati a svolgere due prove scritte. Il numero massimo di ammessi sarà fissato a 10 volte i posti a concorso. Tuttavia, considerando gli ex-aequo e gli esonerati, il totale dei partecipanti potrebbe superare i 20.000, rendendo la competizione estremamente complessa. Una preparazione approfondita sarà essenziale per affrontare le prove con successo.

Le prove di Concorso per consulente protezione sociale

La prima prova scritta è costituita da quesiti a risposta multipla su materie fondamentali come bilancio e contabilità pubblica, pianificazione, programmazione e controllo, organizzazione e gestione aziendale, diritto amministrativo e costituzionale, e diritto del lavoro e legislazione sociale. La seconda prova, anch’essa a risposta multipla, si focalizza su argomenti come scienza delle finanze, economia del lavoro, principi di economia, diritto civile e nozioni di diritto penale. Questi esami servono a valutare la preparazione del candidato su competenze cruciali per il ruolo di consulente all’interno dell’INPS.

Al termine delle due prove scritte, i candidati affronteranno un’unica prova orale, che verterà su materie quali diritto amministrativo, contabilità pubblica ed economia del lavoro. Può anche prevedere una valutazione delle competenze in lingua inglese e informatica.

Prima della possibile prova selettiva, l’amministrazione compilerà una graduatoria basata sui titoli, valutando i requisiti dei candidati al momento della presentazione della domanda di partecipazione. Saranno considerati tutti i titoli accademici e professionali, come una seconda laurea, master di II livello, dottorati di ricerca e certificazioni linguistiche e informatiche. A ogni titolo sarà assegnato un punteggio specifico, come indicato nel bando. Questo punteggio verrà sommato ai risultati delle prove, determinando la graduatoria finale per l’assegnazione dei posti disponibili.

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