Parlare di creatività e pensiero divergente per un concorso sembra assurdo e fuori luogo, ma sappiamo tutti che non è così. All’interno della pedagogia a della didattica si parla sempre più abbondantemente e frequentemente del ruolo di creatività e pensiero divergente. Forse, per quanto riguarda quest’ultimo, ci sono ancora dubbi e perplessità. Cercheremo di parlarne meglio, e di chiarire anche altri aspetti poco chiari e funzionali alla preparazione di coloro che si accingono ad affrontare un concorso. Parleremo di creatività e pensiero divergente nelle strategie didattiche, parleremo di concassage, metodologia che verte proprio su questi aspetti, e di molto altro ancora. Inizia a leggere, troverai una marea di informazioni utili.
Creatività e pensiero divergente
Vivere con flessibilità e creatività può derivare da spontanee attitudini innate. Oppure può essere un’eventualità per la quale ci si può allenare. In entrambi i casi, sia che si tratti di potenzialità innata o di capacità acquisita, la creatività è sempre più spesso considerata una skills che non può mancare nella cassetta degli attrezzi di molti professionisti, da imprenditori a insegnanti.
Viene spesso definite come: “una competenza chiave che può essere sviluppata in un contesto collaborativo in cui si ricerca, si sperimenta, si progetta e si lavora insieme”.
Queste parole sono state estrapolate proprio dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, formalizzate con D.M. n. 254 del 13 novembre 2012.
Da allora in poi la creatività e il pensiero divergente come strategie didattiche sono considerate imprescindibili come bagaglio metodologico.
Formare insegnanti creativi, che sappiano aumentare e accrescere gradualmente e spontaneamente il potenziale creativo degli alunni è di fondamentale importanza in questo momento storico, in cui le crisi imperversano e sono sempre più necessarie abilità di risposta.
La scuola deve formare alla vita, e dotare i giovani dei mezzi per affrontare il futuro. Quale dote meglio della creatività per attraversare tempi incerti?
Questo pensiero è così importante che non ci stupirebbe se al concorso per l’insegnamento o per TFA sostegno didattico venisse proposta una traccia che parla proprio di questo, magari di creatività e Bruner, uno degli intellettuali che si è occupato del tema.
Ad esempio, ecco come risulterebbe una possibile traccia:
“La creatività – osserva J. Bruner – si esprime nell’abilità e nell’attitudine ad intuire in modo immediato possibili relazioni formali, prima ancora di saperle dimostrare in un orizzonte logico”.
Comprendere, identificare e promuovere il potenziale creativo dell’alunno è un aspetto fondamentale in campo educativo e va tenuto sempre in considerazione quando si vogliono sviluppare programmi educativi e strategie atti a fornire un’educazione di qualità per tutti.
Il candidato illustri in che modo la curiosità intellettuale, l’interesse, la motivazione e il clima emotivo che vengono a crearsi attraverso il lavoro degli insegnanti possono diventare fattori atti a sviluppare la creatività dell’alunno.
Creatività come stile di vita
E come si potrebbe svolgere questa traccia, mantenendo aderenza con le discipline caratterizzanti il concorso, che dunque, nel caso dell’insegnamento, sarebbero pedagogia e didattica? Si potrebbe fare il punto sul fatto che la pedagogia contemporanea attualmente non prescinde dall’idea che la creatività sia una capacità di tutti, e che per questo sia da considerare come un’abilità o una caratteristica “educabile”.
Il tema potrebbe proseguire facendo notare che sono sempre più numerosi, se non la maggior parte, i contesti formativi in cui la divergenza è supportata, allenata, spronata, valorizzata, tramite atteggiamenti e comportamenti creativi anche dei docenti e degli insegnanti.
Ma al di là della creatività questo articolo vuole parlare anche del pensiero divergente. per spiegarlo meglio possiamo prendere ancora in prestito le parole e il pensiero di Bruner. Per lo studioso la creatività attiva una sorpresa produttiva, all’interno del quale svolge un ruolo importante la metacognizione. La prospettiva cognitivista in merito alla creatività sostiene che quest’ultima sia una funzione dell’io, un insieme di strumenti operativi di cui l’individuo è dotato e che sono capaci di combinare i dati per trovare soluzioni sempre nuove ed efficaci ai problemi che gli si pongono davanti
Se ci pensiamo bene questo è perfetto anche nella vita di tutti i giorni, per affrontare gli alti e bassi del quotidiano e dell’esistenza, i normali e straordinari ostacoli che a volte si palesano. Per questo si parla anche di creatività come stile di vita.
La persona creativa è in grado di attingere a elementi nuovi e originali per far fronte alle sfide.
Per pensiero divergente si intende quello stile di pensiero che è in grado di ideare molte soluzioni diverse e tutte possibili. Per attivare questi processi l’individuo deve essere sostenuto, almeno nelle prime fasi di vita, e supportato nell’utilizzo di questa capacità, anche se essa può attivarsi da sola. Dunque si parla di pensiero divergente proprio perché lo stile di pensiero è capace di produrre soluzioni differenti, diverse, e non scontate, mentre nel pensiero convergente si ha la tendenza a giungere sempre alla solita e unica soluzione.
Concassage: metodologia per la creatività
Abbandoniamo per un attimo Bruner e passiamo a un altro grande studioso della creatività: Michel Fustier. Fustier è ideatore del concassage, parola che tradotta in italiano sta per scuotimento. In che cosa consiste?
Proprio nell’affrontare un problema scuotendolo con una lista di domande sui vari elementi che lo compongono in modo da analizzarlo sotto prospettive divergenti e insolite. Proprio un processo perfetto per allenare il pensiero divergente e la creatività. In sintesi, il problema viene sviscerato tramite domande che mostrano aspetti sempre diversi, nuovi e legati a chiavi di lettura che fino a quel momento erano “invisibili” alla persona a cui si era posto il problema.
Creatività e pensiero divergente: strategie didattiche
Come possono rientrare la creatività e il pensiero divergente nelle strategie didattiche? Sicuramente giocano un ruolo principale gli insegnante. Si parla proprio di insegnanti creativi, ovvero di insegnanti capaci di mettere l’attenzione su uno sviluppo dello studente più aderente alle capacità di problem solving, utili anche per muoversi in modo efficiente nello studio e nell’apprendimento.
L’insegnante può fare molto per stimolare il pensiero creativo e la diversità di opinioni, soprattutto evitando di soffocare le attitudini e gli slanci personali dell’allievo. Nuove idee, concetti, interessi, obiettivi dello studente devono essere accolti e compresi, prima ancora che limitati e giudicati. Inoltre è sempre positivo incentivare lo scambio con il gruppo, preferibilmente di piccole dimensioni.
Ecco alcune delle cose che può fare un insegnante per accrescere creatività e pensiero divergente come stile di vita e come strategia didattica:
- Pianificare attività che abbiano un obiettivo comune
- Sondare, stimolare il pensiero del discente, investire la sua persona di ruoli e responsabilità
- Offrire opportunità di condivisione del compito
Doti come flessibilità, innovazione e rinnovamento sono quelle da valorizzare, quelle che la scuola stessa dovrebbe incentivare e sollecitare, consentendo agli insegnanti di utilizzare, dove si ritiene opportuno, modalità non convenzionali di insegnamento che di conseguenza portano a modalità non convenzionali di apprendimento, a costruire momenti di crescita nuovi.
Straordinariamente gli studenti sono molto ricettivi e aperti a questo tipo di insegnamento-apprendimento e dove viene messo in campo riscuote successo e registra risultati eccezionali anche dal punto di vista del raggiungimento degli obiettivi didattici. L’approccio creativo non corrisponde a mandare all’ortiche le altre metodologie o approcci, anzi, è una possibilità ulteriore che in alcun modo deve diventare unica e soverchiante. Anche la flessibilità e l’assenza di imposizioni è parte integrante del pensiero creativo. Quando sono gli allievi i protagonisti dell’interazione insegnamento-apprendimento, quando sono loro, e non più l’insegnante, ad assumere un ruolo centrale, diventa altresì possibile promuovere attività didattiche che consentano un approccio creativo. Per favorire la scoperta e l’apprendimento attivo è necessario, dunque, che la pratica didattica muova verso la centralizzazione dell’alunno, dedicando ampio spazio alla ricerca individuale e di gruppo, favorendo in tal modo la scoperta, la conoscenza, la creazione di nuovi contenuti, lo sviluppo di un pensiero complesso, di competenze e di comprensione. Come tale, la creatività dovrebbe essere una “competenza” fondamentale da sviluppare a scuola, uno strumento strategico che insegnanti ed educatori dovrebbero portare a massima espressione, essendo un potenziale che ogni alunno possiede.