Deficit di memoria a breve termine nei bambini: come gestirlo in aula

dislessia memoria a breve termine

Il deficit memoria a breve termine correlato ad altri disturbi come quelli specifici di apprendimento (DSA) o quelli che riguardano l’attenzione (ADHD). Come si gestisce a scuola? Come possiamo intervenire? Prima di pianificare un intervento è utile conoscere le caratteristiche di questo deficit, per poi pianificare un intervento mirato.

Disturbo della memoria

Il disturbo della memoria o amnesia è un disturbo presente in molti tipi di patologie (traumatiche, infettive, tossiche, vascolari, degenerative, metaboliche). Ma non è quello do cui ci occuperemo in questo articolo, che in realtà nasce per indagare le caratteristiche dei deficit di memoria nei bambini. Però è utile, come introduzione, accennare ai disturbi e alla memoria in generale. Questo disturbo o deficit, sia nei gradi che nei piccoli, consiste in una riduzione più o meno grave della capacità di apprendere e ricordare informazioni ed avvenimenti immagazzinati in precedenza. Per comprenderne meglio i disturbi è necessaria una premessa sulla definizione e sul meccanismo fisiologico della memoria.

La memoria è la capacità del cervello di conservare informazioni, ossia di assimilare, ritenere e richiamare, sotto forma di ricordo, le informazioni apprese durante l’esperienza o per via sensoriale. Da questo si deduce che la capacità di apprendimento e di immagazzinamento dei dati acquisiti rende possibile la conoscenza da cui dipendono tutte le nostre azioni soggettive e le condotte sociali, che sono appunto fondate sul recupero a livello della consapevolezza delle informazioni precedentemente archiviate.

Disturbo della memoria nei bambini

La memoria, ormai è opinione comune, è costituita da tre diversi tipi di magazzino: la memoria sensoriale, detto anche registro sensoriale; la memoria a breve termine, anche conosciuta come memoria di lavoro (MBT) o la memoria primaria e il magazzino della memoria a lungo termine (MLT) memoria remota.
Nei casi di deficit di MBT, la sigla che definisce la Memoria a Breve Termine, l’informazione viene solo temporaneamente immagazzinata. Questo tipo di memoria è molto “labile”, e l’informazione sparisce velocemente quando l’attenzione viene indirizzata altrove o viene disturbata. Utilizziamo spessissimo questa memoria, per svolgere azioni semplici e quotidiane, come svolgere calcoli mentali, rispondere a una domanda, o memorizzare un numero letto su un elenco telefonico.
I bambini e le bambini alle prese con difficoltà di memoria a breve termine presentano caratteristiche comuni, possono apparire come passivi mentre la classe svolge le attività ordinarie, mostrano palesemente difficoltà nel seguire istruzioni che gli vengono riferite, e spesso e volentieri non riescono a terminare i compiti entro una determinata scadenza.
Purtroppo i bambini che convivono con le conseguenze di questo deficit manifestano anche una certa insofferenza, certamente la loro non è una colpa, eppure vengono spronati, e a volte anche pressati per ottenere da loro performance per le quali non sono predisposti.
Gli obiettivi fondamentali che un insegnante deve prefiggersi quando si ritrova a dover gestire il disturbo della memoria nei bambini della propria classe sono principalmente questi:
a) l’acquisizione di una migliore comprensione del funzionamento della memoria

b) l’arricchimento delle conoscenze sugli ausili per la memoria

c) l’acquisizione, lo sviluppo e la messa in pratica di nuove strategie per la memoria, dall’utilizzo di strumenti concreti (un’agenda, un taccuino per gli appunti, un calendario o un diario) al potenziamento di tecniche mnemoniche (ad esempio la reiterazione verbale, la visualizzazione, l’associazionee il raggruppamento di immagini, suoni o parole).
Perchè sono importanti questi obiettivi? Perché possono servire al bambino per migliorare la propria autostima e dargli gli strumenti giusti per colmare alcuni gap che potrebbe percepire in confronto alle azioni svolte dal resto del gruppo classi che necessitino dell’uso della memoria di lavoro.

Memoria di lavoro e disturbi dell’apprendimento

Come abbiamo detto anche nell’introduzione di questo articolo, un disturbo della memoria nei bambini non va mai sottovalutato, ma soprattutto va conosciuto. Diversi disturbi, come dislessia e memoria a breve termine deficitaria possono presentarsi insieme. In realtà le caratteristiche dei bambini con difficoltà di
memoria a breve termine sono diverse, ed è utile elencarle:

1. Invio tardivo per una consultazione presso il servizio di logopedia. Gli invii in genere vengono fatti a partire da una segnalazione degli insegnanti, e spesso possono non essere emerse in precedenza difficoltà di eloquio e linguaggio.
2. Scarsa fiducia in se stessi e bassa autostima, in particolare per quanto riguarda l’apprendimento.
3. Tendenza a rimanere passivi durante le attività di classe.
4. Il lavoro in classe non viene terminato entro il tempo previsto.
5. Scarsi progressi negli apprendimenti scolastici: il bambino tende sempre ad arrancare, in diverse materie.
6. I genitori e gli insegnanti riportano spesso notevoli abilità nella memoria a lungo termine.
7. L’attenzione e le abilità di ascolto sono adeguate all’età.
8. L’atteggiamento verso la scuola, o la percezione di essa, è spesso negativo.
9. Marcata consapevolezza della propria «situazione scolastica» rispetto ai compagni di classe — frasi del tipo «Sono il più tonto» oppure «Non ce la faccio a scuola» sono frequenti.
10. Difficoltà nel seguire istruzioni verbali.
11. Comportamento affrettato nei compiti di memoria.
12. Nelle valutazioni formali del linguaggio recettivo i risultati sono ben al di sotto della media. Gli scarsi risultati potrebbero portare erroneamente acredere che il bambino abbia un ritardo/disturbo del linguaggio.

I deficit memoria a breve termine nei bambini: interventi

L’attuale legislazione in materia di disabilità (L.104/92) prevede l’assegnazione di un insegnante di sostegno al bambino con deficit della memoria di lavoro e disturbi dell’apprendimento e alla classe solo nel caso in cui venga segnalato e successivamente “certificato”. Quindi, in presenza di bambini con un quadro clinico particolarmente grave. L’insegnante di sostegno potrà ragionare su un possibile intervento, procedendo per gradi. Prima di tutto, in caso di disturbi della memoria nei bambini è importante assicurarsi che i bambini abbiano una buona comprensione del funzionamento della memoria. Si può iniziare con il parlare delle funzioni della
memoria e del suo utilizzo.
Un lavoro sistematico, che dovrà pianificare l’insegnante di sostegno con tutti i professionisti coinvolti e la famiglia, avrà molti vantaggi, che vale la pena elencare:

1. spesso i progressi diventano chiari già dopo un breve periodo di tempo
2. le difficoltà di memoria a breve termine si riescono spesso a risolvere completamente, portando a un recupero completo delle abilità del bambino rispetto alla sua età cronologica o al suo livello generale di sviluppo
3. in alcuni casi, le abilità di memoria a breve termine possono superare l’età cronologica del bambino o il suo livello di sviluppo
4. sembra che i risultati permangano nel tempo
5. i miglioramenti nella memoria a breve termine sembrano avere un impatto positivo e diretto sulle abilità di linguaggio recettivo — il bambino acquisisce modalità funzionali per mantenere le informazioni in entrata, e ciò gli permette di avere più tempo per elaborarle e fornire una risposta
6. spesso durante l’intervento l’autostima e la fiducia in se stesso del bambino migliorano
7. i bambini più grandi tendono a generalizzare facilmente le strategie di memoria
8. i progressi sono visibili anche all’interno della classe

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