Valutazione del piano di studi: cos’è e perché è utile

valutazione pds

Perché fare la valutazione del piano di studi? Questa procedura serve per analizzare, in autonomia o affidandosi a un professionista esperto, se si è in possesso di tutti i crediti necessari per poter accedere a una classe di concorso per l’insegnamento. È un passaggio fondamentale per il reclutamento degli insegnanti tramite concorsi e graduatorie. Nei prossimi paragrafi avrai l’opportunità di comprendere ancora meglio come funziona.

Piano di studi

Partiamo dalle basi. Cos’è il piano di studi? Il piano di studi è l’insieme di tutti gli esami che uno studente ha sostenuto e superato durante il suo percorso universitario. Tutti gli esami di un corso di laureahanno un numero di CFU, ovvero di Crediti Formativi Universitari, che oscillano generalmente tra i 6 e i 12 cfu, a seconda della mole di lavoro da sostenere tra lezioni e studio individuale per affrontare la prova d’esame.

I cfu sono unità di misura che quantificano proprio il tempo necessario per completare la formazione in quella data materia. 1 cfu equivale a circa 25 ore di lavoro. Alcuni di questi esami sono obbligatori, altri a scelta. Ogni corso di laurea si caratterizza per un tot di crediti in determinate materie. Un tot di crediti in determinate materie è anche il criterio richiesto dalle tabelle ministeriali che fissano i requisiti per accedere a una classe di concorso per l’insegnamento.

Valutazione del piano di studi

Per accedere al concorso per l’insegnamento la valutazione dei piani di studio è fondamentale. Per rendere chiare le modalità di valutazione possiamo fare un esempio pratico. Per partecipare al concorso della classe A46 relativa a Scienze giuridico-economiche, e quindi per diventare insegnante di diritto nella scuola secondaria, non è sufficiente un titolo di laurea in giurisprudenza. Il requisito realmente discriminante è il numero di crediti ottenuti nei settori scientifico-disciplinari SECS P, SECS S, IUS. E per essere ancora più precisi ecco quanti crediti per ciascun settore:

  • 12 crediti in SECS – P/01
  • 12 crediti in SECS – P/02
  • 12 crediti in SECS – P/07
  • 12 crediti in SECS – S/03
  • 12 crediti in IUS – 01
  • 12 crediti in IUS – 04
  • 12 crediti in IUS -09
  • 12 crediti in IUS – 10

Per spiegarci ancora meglio è utile “tradurre” le sigle di cui stiamo parlando. Ad esempio SECS P contraddistingue alcuni esami delle materie che corrispondono all’ambito dell’Economia e Statistica , mentre SECS S, sta per Scienze Politiche e Sociali. IUS indica le Scienze Giuridiche, e in particolare modo IUS 01 Diritto privato, IUS 08 Diritto costituzionale, IUS 09 Istituzioni di diritto pubblico. Senza questi crediti nei rispettivi settori scientifico-disciplinari non è possibile partecipare al concorso per la classe A46. Anche se non si possiedono gli esami nel piano di studi della laurea conseguita si possono conseguire comunque per richiedere un’integrazione.

La valutazione del piano di studi è importante per questo, perché solo assicurandosi di avere il numero preciso e corretto di crediti richiesti si può aspirare alla partecipazione al concorso e alla carriera nell’insegnamento di una determinata materia. Farsi aiutare da un esperto è una buona idea perché un solo errore di valutazione può compromettere il tentativo di entrare nella graduatorie dopo aver superato il concorso. Qualora venisse fatta una verifica successiva e venisse trovata una persona inserita in graduatoria ma sprovvista dei crediti richiesti a norma di legge, questa verrebbe in automatico depennata dalla graduatoria e la sua posizione sarebbe destinata a decadere. Insomma, se non vuoi correre rischi non puoi esimerti dal farti valutare il piano di studi.

Valutazione PDS

Abbiamo fatto l’esempio della classe di concorso A46 in Scienze Giuridiche, spiegando come funziona l’accesso a questa classe e la richiesta del numero di crediti per i vari settori scientifico-disciplinari, ma era solo uno tra i tantissimi altri esempi che si possono generare attingendo dalle numerose classi di concorso per l’insegnamento.

Le classi di concorso sono codici che il Ministero dell’Università utilizza per trovare corrispondenze tra vari titoli di studio che possono rientrare all’interno di una medesima area. Non esistono tante classi di concorso quanti corsi di laurea, ma esistono classi di concorso in cui rientrano più corsi di laurea, quelli a cui corrisponde quel mix di numero di crediti totalizzati nei diversi settori scientifico disciplinari. Può capitare che i crediti richiesti per quei settori siano presenti in un piano di studi di diversi corsi di Laurea.

Stiamo ripetendo lo stesso concetto più volte per renderlo chiaro, e sicuramente ora è più semplice afferrarlo. Se vuoi diventare insegnante, quindi, la prima cosa da analizzare è il proprio titolo di studio: esso, infatti, pone già una discriminante per il grado di istruzione di riferimento. Ad esempio, i titoli di studio che danno accesso alle Classi di Concorso per la scuola dell’infanzia e primaria sono:

  • Laurea in Scienze della formazione primaria
  • Diploma Magistrale
  • Diploma di Liceo Socio-Psico-Pedagogico (conseguito entro il 2001) Ma se vuoi concorrere per le Classi di Concorso per la scuola secondaria di I e II grado (che è il caso che abbiamo tenuto in considerazione nella stesura di questo articolo fin dai primi paragrafi), sono necessari altri titoli di accesso all’insegnamento, come:
  • Laurea Vecchio Ordinamento
  • Laurea Specialistica o Magistrale di Nuovo Ordinamento;
  • Diploma accademico di II livello
  • Diploma di Conservatorio
  • Titolo di Accademia di Belle Arti Vecchio Ordinamento;
  • Diploma di scuola superiore (per gli ITP, ovvero insegnanti tecnico-pratici)

Valutare il piano di studi non è una passeggiata

Come abbiamo lasciato emergere anche nei paragrafi precedenti la valutazione del piano di studi non è molto semplice. Abbiamo fatto degli esempi ed è stato facilmente comprensibile il fatto che ci si trovi dinanzi a una miriade di sigle, codici e numeri. Per giunta queste corrispondenze cambiano a seconda dei governi, delle riforme e del vento. Dal 2017 sono state introdotte ulteriori novità in questo ambito, che hanno semplificato l’assegnazione delle cattedre e aggiornato alcune procedure per nuovi filoni d’insegnamento in licei nati recentemente e per i quali era necessario individuare una classe di laureati idonei a formare i giovani iscritti.

Il Ministero ha accorpato alcune classi vecchie che generavano confusione ed erano poco funzionali e ne ha introdotto di nuove. Le classi sono diventate 114, mentre prima erano 168. Una sforbiciata niente male, che ha permesso ai futuri insegnanti di tirare un sospiro di sollievo. Tra le classi di nuova costituzione possiamo citare:

  • Storia della musica (A-53)
  • Strumento musicale negli istituti di istruzione secondaria di II grado (A-55)
  • Tecnica della danza classica (A-57)
  • Tecnica della danza contemporanea (A-58)
  • Tecniche di accompagnamento alla danza (A-59)
  • Tecnologie musicali (A-63)
  • Teoria, analisi e composizione (A-64)
  • Lingua italiana per discenti di lingua straniera (A-23)
  • Scienze e tecnologie della calzatura e della moda (A-35)
  • Scienze e tecnologia della logistica (A-36)
  • Teoria e tecnica della comunicazione (A-65)

Prima abbiamo segnalato la distinzione tra le lauree necessarie per insegnare alla primaria e quelle per la secondaria. Restando in tema di distinzioni, ne dobbiamo fare un’altra che riguarda le tre tipologie di tabelle esistenti, a seconda della tipologia di laurea ottenuta:

  • Tabella A, specifica per i docenti con Laurea del nuovo ordinamento
  • Tabella A1, riferita ai docenti con Laurea del vecchio ordinamento
  • Tabella B, specifica per gli insegnanti ITP

Ci auguriamo fortemente che queste informazioni siano state utili per trovare chiarezza in un tema spesso ostico come quello della valutazione piano di studi. Questo articolo non può essere considerato totalmente esaustivo e per la correttezza delle informazioni vi chiediamo sempre un’ulteriore verifica presso le fonti ufficiali del Ministero.

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