Lavorare in provveditorato: cosa c’è da sapere

provveditorato agli studi

Quando parliamo di lavorare in provveditorato in realtà stiamo affermando di lavorare presso Uffici con competenza per ambiti territoriali, come i provveditorati sono stati chiamati a partire dal 2010. Nell’articolo spieghiamo meglio cosa sono – o meglio cosa erano – i provveditorati, e di cosa si occupano gli uffici che li hanno sostituiti. 

Lavorare in provveditorato

I provveditorati agli studi sono stati gli uffici del Ministero della Pubblica Istruzione a cui spettava la gestione dell’istruzione, o ancora più precisamente, il coordinamento della didattica e del personale avente ruolo didattico nelle scuole di ogni grado. Da essi dipendevano anche gli ispettori, presidi e direttori didattici. La nascita del provveditorato risale alla notte dei tempi. No, dai, forse esageriamo, non dobbiamo tornare indietro di mille anni, ma di un centinaio assolutamente sì. Difatti la data che ha sancito la loro nascita è il 1859, molto più di un secolo fa. Quando furono istituiti avevano una competenza di tipo provinciale, che con la riforma Gentile divenne competenza regionale, per poi ritornare definitivamente a quella di tipo provinciale nel 1936. Nel 2000 i provveditorati sono stati soppressi e il loro ruolo è stato assunto e svolto, in modo ridimensionato grazie al passaggio decisivo verso una maggiore autonomia scolastica, agli uffici scolastici regionali, che a loro volta sono suddivisi in organi provinciali chiamati Uffici scolastici provinciali (USP) dal 2006 e Uffici con competenza per ambiti territoriali (AT) dal 2010.

Uffici scolastici provinciali e regionale

provveditorato ministero pubblica istruzioneL’ufficio scolastico regionale, abbreviato come USR, ha ereditato le funzioni e le azioni del provveditorato agli studi. Le funzioni che riguardano questo ufficio attualmente sono minori di quelle del passato perchè, come abbiamo detto poco fa, le competenze e responsabilità si sono ridotte in seguito al maggiore spazio di autonomia delle istituzioni scolastiche. La legge inquadra e definisce gli ambiti di competenza e le funzioni da svolgere da parte dell’ufficio scolastico regionale, all’interno dell’art. 7, comma 3, del d.P.R. 260/2007. Alcuni di queste funzioni si sovrappongono e si equivalgono con quelle che in passato erano competenza del provveditorato agli studi, ad esempio:

  • vigilare sul rispetto delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni
  • vigilare sull’attuazione degli ordinamenti scolastici
  • vigilare sui livelli di efficacia dell’azione formativa e sull’osservanza degli standard programmati
  • occuparsi dell’attuazione delle politiche nazionali per gli studenti
  • provvedere alla gestione amministrativa e contabile delle attività strumentali, contrattuali e convenzionali di carattere generale, comuni agli uffici dell’amministrazione scolastica in ambito regionale
  • integrare la sua azione con quella dei comuni, delle province e della regione
  • curare l’offerta formativa integrata, l’educazione degli adulti, l’istruzione e formazione tecnica superiore e l’alternanza scuola-lavoro
  • vigilare sulle scuole non statali paritarie e non paritarie, nonché sulle scuole straniere in Italia
  • assegnare alle istituzioni scolastiche le risorse finanziarie ed umane
  • verificare e vigilare al fine di rilevare l’efficienza dell’attività delle istituzioni scolastiche

Provveditorato: riorganizzazione del 2014

Abbiamo già detto che il provveditorato agli studi non esiste più, scomparso in seguito all’alleggerimento delle strutture dello Stato avviato intorno agli anni Dieci del Duemila, dovuto alla necessità di ottimizzare la spesa pubblica anche in seguito alla crisi economica del 2008. Le azioni di razionalizzazione hanno ridotto il numero delle Direzioni generali e degli uffici dirigenziali. Gli uffici scolastici regionali che erano 18 sono diventati 14. Il cambiamento di assetto del MIUR non è stato finalizzato esclusivamente a una riduzione dell’organico. L’obiettivo ultimo e più rilevante era un miglioramento dell’efficienza dell’azione amministrativa. Il livello centrale si struttura nei seguenti Dipartimenti:

  • Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
  • Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca
  • Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali

Il Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione comprende i seguenti uffici di livello dirigenziale generale:

  • Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione, articolata in 9 uffici dirigenziali non generali
  • Direzione generale per il personale scolastico, articolata in 7 uffici dirigenziali non generali
  • Direzione generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione, articolata in 5 uffici dirigenziali non generali

Il Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca comprende i seguenti uffici di livello dirigenziale generale:

  • Direzione generale per la programmazione, il coordinamento e il finanziamento delle istituzioni della formazione superiore, articolata in 6 uffici dirigenziali non generali
  • Direzione generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della formazione superiore, articolata in 7 uffici dirigenziali non generali
  • Direzione generale per il coordinamento, la promozione e la valorizzazione della ricerca, articolata in 8 uffici dirigenziali non generali

Il Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali comprende i seguenti uffici di livello dirigenziale generale:

  • Direzione generale per le risorse umane e finanziarie, articolata in 9 uffici dirigenziali non generali
  • Direzione generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica, articolata in 9 uffici dirigenziali non generali, articolata in 6 uffici dirigenziali non generali
  • Direzione generale per interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l’istruzione e per l’innovazione digitale, articolata in 6 uffici dirigenziali non generali

Al di là degli uffici dirigenziali che coordinano a livello centrale dobbiamo citare anche gli uffici che lavorano a livello periferico. Proprio a questi uffici dobbiamo applaudire per la capacità di rendere concrete le direttive centrali, e per l’impegno profuso ogni giorno nel trasformare indicazioni e intenzioni in azioni reali e incisive per la scuola italiana. A livello periferico, il MIUR è articolato negli Uffici scolastici, su base regionale. Gli Uffici scolastici sono uffici di livello dirigenziale generale o, in relazione alla popolazione studentesca della relativa Regione, di livello non generale, cui sono assegnate le funzioni individuate dalla legge. Sono organizzati in uffici dirigenziali di livello non generale per funzioni e per articolazioni sul territorio con compiti di supporto alle scuole, amministrativi e di monitoraggio in coordinamento con le direzioni generali competenti.

Lavorare al provveditorato: concorsi MIUR

lavorare presso provveditorato agli studiQuindi, ricapitolando, anche in questo caso stiamo parlando di lavorare presso il provveditorato ma si può tradurre questa affermazione con una più precisa: lavorare per il Ministero dell’Università e della Ricerca presso uno degli Uffici scolastici regionali o provinciali, o presso Uffici con competenza per ambiti territoriali.

L’ultimo bando concorso al MIUR, pubblicato nella Gazzetta ufficiale 23 marzo 2018, n. 25, prevede l’assunzione di 253 funzionari da dislocare presso l’Amministrazione centrale e diverse Regioni italiane, secondo la seguente ripartizione:

  • Amministrazione centrale: 50
  • Abruzzo: 7
  • Basilicata: 4
  • Calabria: 8
  • Campania: 19
  • Emilia-Romagna: 10
  • Friuli-Venezia Giulia: 5
  • Liguria: 9
  • Lazio: 12
  • Lombardia: 30
  • Marche: 7
  • Molise: 4
  • Piemonte: 16
  • Puglia: 15
  • Sardegna: 9
  • Sicilia: 17
  • Toscana: 12
  • Umbria: 5
  • Veneto: 14

Per la partecipazione a questo concorso erano previste una prova di preselezione, 2 prove scritte e un colloquio interdisciplinare, come accade per molti altri concorsi. La prova di preselezione consiste in un questionario a risposta multipla su argomenti che saranno richiesti anche nella prima prova scritta. La prima prova scritta consiste in un test a risposta sintetica nelle seguenti materie:

  • diritto costituzionale
  • diritto dell’Unione europea
  • diritto amministrativo
  • diritto civile
  • contabilità pubblica
  • diritto del lavoro
  • elementi di organizzazione del MIUR

Le seconda prove scritta consiste nella redazione di un elaborato sulle materie d’esame della prima prova. I candidati risultati idonei alle due prove scritte saranno chiamati a sostenere un colloquio sulle medesime materie d’esame e inoltre sulle seguenti:

  • diritto penale
  • elementi di diritto processuale civile
  • elemento di diritto del lavoro
  • stato giuridico del personale scolastico
  • lingua Inglese

Speriamo che questo articolo ti sia stato utile a comprendere le riforme e i cambiamenti che hanno cambiato l’assetto del provveditorato nel corso del tempo.

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