Scopri come diventare insegnante di educazione fisica leggendo questo articolo in cui abbiamo condensato consigli su come affrontare il percorso ordinario, tra lauree, abilitazione e concorsi e come destreggiarsi per trovare posizioni aperte e maturare le competenze acquisite.
Come diventare insegnante di educazione fisica
Hai sicuramente una passione per lo sport, l’attività fisica, il corpo e le sue grandi potenzialità. E hai deciso che vuoi coniugare questa passione e questo interesse con l’insegnamento, per diventare prof di educazione fisica. Il tuo obiettivo professionale è meritevole di attenzione, vogliamo che tu possa realizzarlo nel migliore dei modi. E quindi eccoci qui, a darti qualche dritta su come raggiungere la meta nel migliore modo possibile. Oltre a dirti come diventare prof di ginnastica vogliamo rinsaldare le tue già validissima motivazioni. Da professore di educazione fisica avrai un ruolo delicato e fondamentale, occuparti dei bambini e degli adolescenti introducendoli alla passione per lo sport, allenando e accrescendo le loro abilità motorie. Questi aspetti sono molto legati alla salute e al benessere psicofisico ed è un bene che ci siano persone formate e competenti e diffonderli. Vediamo insieme quali sono i passi importanti per coronare questo sogno professionale.
Come diventare insegnante di ginnastica
Per insegnare, non soltanto educazione fisica, è importante se non del tutto vincolante, il possesso di un titolo di studio accademico. Una laurea in Scienze motorie rappresenta il titolo per eccellenza. Gli studi universitari sono fondamentali per maturare le conoscenze teoriche e pratiche in merito all’attività fisica, ma anche alla metodologia didattica che può facilitare il suo insegnamento e fruizione da parte di un gruppo di studenti e studentesse. All’interno degli studi universitari viene dato ampio spazio anche all’esperienza del tirocinio, un aspetto che non si deve trascurare. Il momento del tirocinio, solitamente successivo o di poco precedente al conseguimento del titolo corrisponde a un’esperienza vera e propria, che permette di affinare le proprie conoscenze e la loro messa in pratica tramite interventi didattici. La quantità di ore di tirocinio spesso è decisa dall’Università o dall’ente, dovrai chiedere informazioni precise a riguardo prima di fare la tua scelta e lanciarti nell’impresa. Alcune università si sono organizzata da anni per garantire ai neolaureati la possibilità di accedere a programmi di apprendistato accreditati e autorevoli, in cui fare esperienza diretta. Queste informazioni possono essere facilmente richieste e ottenute rivolgendosi alla segreteria della facoltà presso cui ci si sta formando.
In cosa consiste l’insegnamento educazione fisica?
Lo chiamiamo con l’abbreviazione che spesso spetta ai professori più simpatici e integrati nel gruppo classe: prof. Spesso e volentieri capita che il prof di educazione fisica sia in effetti uno di quelli con cui gli studenti instaurano un rapporto migliore. Le lezioni, dedicate al movimento, sovente contestualizzate in spazi all’aperto e ampi, consentono di entrare in relazione al di fuori delle solite griglie e impostazioni rigide di lezioni frontali tra i banchi e le lavagne. L’insegnamento dello sport cattura facilmente gli studenti e le studentesse, anche perché lo sport è una vitale valvola di sfogo e canale di espressione per le giovani generazioni. Tramite il professore di educazione fisica gli studenti capiscono che anche lo sport ha delle regole, e che anche esse sono importanti. Tramite l’attenzione nei confronti delle capacità motorie, della coordinazione e dello sport il professore trasmette agli allievi una maggiore consapevolezza di sé, che trasforma in positivo anche il rapporto con gli altri (spesso gli sport e le attività motorie sono anche attività di gruppo).
Come diventare professore di educazione fisica: laurea
Torniamo leggermente indietro, al primo paragrafo che abbiamo scritto, quello con cui abbiamo aperto questa trattazione su come si diventa professore di educazione fisica. Ripetiamolo ancora una volta: serve una laurea. Ma dopo questa informazione ne manca un’altra altrettanto importante: bisogna superare un concorso e ottenere l’abilitazione educazione fisica. Laurea e concorso sono legati a doppio filo perché non si può accedere al concorso senza essere in possesso della laurea. Ma precisamente, qual è il titolo di studio richiesto? Quali sono le classi laurea in cui rientra il corso di laurea valido per insegnare educazione fisica (e quindi per affrontare il concorso)? Servono altri requisiti di tipo accademico. La risposta a quest’ultima domanda è sì e la trovate dettagliata insieme alla risposta alla prima domanda:
- la laurea magistrale in Scienze Motorie LM-47, LM-67 o LM-68
- 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie didattiche
I 24 CFU sono presenti spesso e volentieri nel piano di studi dei corsi laurea finalizzati a formare professori di educazione fisica. In caso contrario si possono conseguire grazie ad attività formative aggiuntive o extracurriculari, oppure presso università e istituti che attivano i corsi per accreditarli.
Concorso FIT scienze motorie
Chi possiede i titoli di laurea consoni può accedere alle seguenti classi di concorso della scuola secondaria:
- A-48 – Scienze motorie e sportive negli istituti di istruzione secondaria di II grado
- A-49 – Scienze motorie e sportive nella scuola secondaria di I grado
Questi concorsi per diventare professori di educazione fisica sono indetti generalmente ogni due anni dal Ministero, salvo i casi in cui viene indetto in modo straordinario. Dal punteggio scaturito dalle prove e dalla valutazione dei titoli si potrà stilare una graduatoria finale che servirà alle scuole a gli istituti per attingere nomi da inserire nel personale. L’esperienza all’interno della scuola sosterrà un anno di prova, al termine del quale potrà ottenere l’assegnazione della cattedra definitiva.
La Legge di Bilancio 2022 ha coinciso con una chiacchieratissima novità: il concorso per diventare insegnante di educazione fisica nelle scuole primarie. Chi supera le prove del concorso potrà diventare insegnante di educazione fisica per le classi quinte della scuola primaria a partire dall’anno scolastico 2022/2023, e per le classi quarte a partire dall’anno scolastico 2023/2024.
Come diventare professore di educazione fisica
Ti tremano le gambe all’idea che se non fai il concorso perdi ogni possibilità di diventare prof di educazione fisica. Sbagliato! Puoi stare tranquillo, perché anche se non si sono concorsi all’orizzonte puoi comunque inserirti nel settore. Se hai da poco terminato gli studi e ancora non vedi date di concorso all’orizzonte prova a inserirti nelle graduatorie provinciali per le supplenze di II fascia, destinate agli aspiranti non abilitati e non specializzati. Un’altra strada percorsa anche da coloro che non sono laureati ma che vogliono cimentarsi subito in un’impresa di questo tipo è la MAD, ovvero la messa a disposizione, la domanda tramite il quale puoi presentare una candidatura spontanea alle segreterie scolastiche, nella speranza di essere selezionato per le supplenze di breve durata per le quali gli istituti si rivolgono alle domande in questione. L’invio della MAD può essere fatto da chiunque abbia almeno un diploma.
Insegnante educazione fisica: quanto guadagna?
L’argomento “stipendio” è sempre uno dei più richiesti e di quelli che riscuote maggiore successo per qualsiasi genere di settore e di ambito lavorativo. I docenti della scuola primaria hanno uno stipendio quotato da un minimo di 1.300€, a cui si aggiungono gli scatti di carriera che possono portarlo nel corso del tempo a toccare i 1.800€. Invece, i docenti delle scuole medie e superiori partono da 1.400€ e sfiorano i 2.000 dopo 35 anni di attività.
Spesso, falsamente, si è convinti che gli insegnanti lavorino poco, questo perchè si crede che la professioni si limiti all’attività frontale in aula, che generalmente ammonta a 18 ore settimanali. In realtà bisogna specificare che spesso a queste si aggiungono fino a 40 ore per tutte le attività fuori dall’aula, come gli incontri con i genitori o gli scrutini.
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