PDP: cos’è, chi lo redige e quando

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Arriva settembre e tutte le questioni inerenti la scuola tornano alla ribalta. L’articolo di oggi parlerà soprattutto di PDP, ovvero del documento che serve per gestire la proposta e il rapporto educativo con gli alunni con Bisogni Educativi Speciali, spesso abbreviati con la sigla BES:

Per questi studenti è necessario (e richiesto ufficialmente dalle leggi in materia) di redigere un documento: il PDP. Un documento annuale che pianifica ed esplicita la programmazione individuale alla luce, appunto, dei bisogni speciali. Alcuni, soprattutto i non addetti ai lavori confondono il PDP con il PEI, andiamo a sciogliere i dubbi relativi a questa differenza e poi illustreremo e approfondiremo meglio il PDP a scuola, chi lo fa e a cosa serve.

PDP e PEI: differenze

In rapida sintesi il PEI è il Piano Educativo individualizzato, per allievi con disabilità, e il PDP è il Piano Didattico Personalizzato per alunni con disturbi specifici dell’apprendimento. Disabilità e BES sono due cose diverse e pertanto all’interno della scuola vengono gestite in modo differente. Per prima cosa forniremo alcune indicazioni sul PEI, per poi dedicarci meglio all’argomento di oggi, che riguarda specificatamente il PDP.

Il PEI è il Piano Educativo Individualizzato che viene redatto per promuovere e progettare l’integrazione scolastica di allievi con disabilità certificata. Adesso, in questi giorni, ne verranno redatti molti, dal momento che l’inizio dell’anno scolastico coincide con la data della sua stesura. All’interno di esso vengono descritte e specificate le scelte programmatiche per l’attività didattica e di socializzazione degli studenti disabili certificati. Queste attività sono legate a degli obiettivi conseguenti, che ci si prefigge di raggiungere a compimento dell’anno scolastico.

importantissimi al fine di avere un quadro completo della programmazione è l’inserimento nel PEI dei metodi, materiali didattici e dei criteri di valutazione. Il documento ha delle voci e degli elementi costitutivi che si ripetono in tutti uguali, anche se non esiste un modello unico di PEI, in quanto la legge non ne ha stabilito uno. Esiste però uno schema che aiuta a compilarlo dettagliatamente, in quanto vengono comunque indicati gli elementi fondamentali da presentare,

La legge però precisa altri dati importanti per i docenti che devono occuparsene, ovvero, viene segnalata:

  • obbligatorietà del documento per ogni singolo alunno con disabilità in base alla L.104/92 e al DPR 24/2/94
  • compilazione connessa alle indicazioni della Certificazione, Diagnosi Funzionale e Profilo Dinamico Funzionale
  • collaborazione fondamentale nel suo ruolo della famiglia ai sensi del DPR 24/2/94
  • definizione degli accordi di programma a livello territoriale
  • articolazione dettagliata pattuita a livello locale

PDP cos’è?

Ora possiamo passare ad approfondire il PDP, ovvero il Piano Didattico Personalizzato. Questo Piano crea il percorso utile agli allievi BES per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Più precisamente, il PDP è destinato ad alunni con:

  • DSA diagnosticati (Disturbi Specifici dell’Apprendimento quali dislessia, disgrafia, discalculia e disortografia)
  • BES non certificati (Bisogni Educativi Speciali a livello comportamentale, psicologico ed emotivo)

Ma il PDP chi lo redige? Il piano didattico va redatto entro i primi tre mesi dell’anno scolastico dalla scuola e in particolare dal docenti. Ma può capitare, anzi è caldamente consigliato l’intervento di professionisti esterni che seguono l’alunno con bisogni speciali, o di esperti in materia che possono coadiuvare nella messa a punto di un documento funzionale su ogni livello e che non trascuri nessuna strategia che possa servire a garantire all’alunno un’esperienza scolastica appagante, accogliente e di livello.

La scrittura di un modello di PDP che funziona non può escludere al compartecipazione della famiglia dell’alunno e dell’alunna interessata, sia perchè è incaricata a consegnare i certificati e la documentazione diagnostica ottenuta, sia perchè può dare informazioni preziose su come modulare al meglio l’attività didattica.

È interessante sapere che in alcuni casi, anche se non frequenti e relegati al livello dell’istruzione secondaria di secondo grado, può partecipare alla stesura del PDP anche l’alunno stesso. Invece è cruciale, per la sua validità, la firma del Dirigente Scolastico. Appurato cos’è il PDP è utile fornire uno specchietto di approfondimento su cosa sono i DSA, che riguardano gli alunni BES.

PDP a scuola: cosa sono i DSA

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono riconosciuti dalla legge dell’8 ottobre 2010, n.170, e all’interno di questa sigla sono raccolti disturbi come la disortografia, la disgrafia e la discalculia. Sono disturbi che negli scorsi decenni hanno fatto parecchia fatica ad essere riconosciuti, nonostante già da tempo esistessero alunni e alunne con problemi nell’abilità di lettura, scrittura, e di fare calcoli. A seconda dell’abilità interessata dal disturbo, i DSA assumono una denominazione specifica: dislessia (lettura), disgrafia e disortografia (scrittura), discalculia (calcolo).

Le ricerche che si sono occupate di questo tema nel corso degli ultimi anni si sono moltiplicate, sia per riconoscere e prevenire le cause, sia per agevolare il riconoscimento dei sintomi, ma soprattutto per affinare tecniche di gestione dei DSA. Secondo alcune di queste ricerche i DSA sono di origine neurobiologica; allo stesso tempo hanno matrice evolutiva e si mostrano come un’atipia dello sviluppo, modificabili attraverso interventi mirati.

Come intervento mirato dobbiamo intendere anche la scuola. In effetti uno dei contesti in cui il bambino o ragazzo trascorrerà più tempo sarà proprio l’istituzione scolastica, e se questa non si assume il ruolo di accogliere le sue esigenze in modo personalizzato rischia di respingere questi alunni o ancora peggio di danneggiarli. Il PDP è funzionale proprio a questo, alla creazione di una strategia mirata, dalla definizione di interventi.

La scuola deve elaborare un documento di programmazione di questo tipo per tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali qualora lo ritenga necessario. Per gli alunni con DSA, il consiglio di classe predispone il Piano Didattico Personalizzato, nelle forme ritenute più idonee e nei tempi che non superino il primo trimestre scolastico. Il documento dovrà articolarsi declinando gli interventi e le modalità per le discipline coinvolte nel disturbo, e inoltre dovrà contenere i seguenti dati:

  • Dati anagrafici
  • Tipologia del disturbo
  • Attività didattiche individualizzate
  • Attività didattiche personalizzate
  • Strumenti compensativi
  • Misure dispensative
  • Forme di verifica e valutazione personalizzata

PDP: Decreto e Linee Guida

Le indicazioni di legge sul PDP sono sempre state aggiornate nel caso degli anni. Una delle leggi fondatore del PDP e delle modalità di redazione è  il Decreto Ministeriale 5669 del 2011, che stabilisce come gli interventi per gli studenti con DSA debbano essere trattati attraverso la redazione di un Piano didattico personalizzato, con l’indicazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative adottate.

In seguito a questo Decreto sono state pubblicate anche delle Linee Guida 2011, poste all’interno dello stesso decreto, “per realizzare interventi didattici individualizzati e personalizzati, nonché per utilizzare gli strumenti compensativi e per applicare le misure dispensative” che vanno quindi indicati nel PDP.

Poco prima abbiamo detto che il Decreto sottolinea che nel PDP chi lo redige deve esplicitare anche gli strumenti compensativi adottati, cosa significa? Cosa sono gli strumenti compensativi?

Sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria. Fra i più noti indichiamo:

  • la sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto;
  • il registratore, che consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione
  • i programmi di video scrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori
  • la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo
  • altri strumenti tecnologicamente meno evoluti quali tabelle, formulari, mappe concettuali, etc.

È facile evincere come questi strumenti siano utili all’alunno o lo studente con DSA per semplificare la prestazione scolastica resa difficoltosa dal disturbo che lo accompagna. Se a te sembra scontato non dimenticare che, in realtà, l’uso di questi dispositivi può risultare piuttosto difficoltoso per i domeniche non hanno dimestichezza con tali strumenti. Anche per questo è importante continuare ad aggiornarsi.