Come diventare puericultrice

mansioni della puericultrice

Pediatra, psicologo, educatore, consulente per l’allattamento, specialista del sonno, ecc. Le figure che circondano il mondo dell’infanzia sono numerose, ma avere un quadro chiaro dell’insieme è spesso difficile sia per i genitori, che per chi vuole intraprendere una professione a contatto con i bambini.

Negli ultimi anni le puericultrici sono diventate delle professioniste sempre più popolari, ma pochi sanno esattamente di cosa si occupano. Scopriamo quindi in cosa consiste questa professione e l’iter per diventare puericultrice.

Puericultrice: cosa significa?

laurea puericultrice

La puericultrice è un’assistente sociale specializzata nella cura dei bambini. Le puericultrici hanno l’importante e delicato ruolo di aiutare i bambini nel corretto sviluppo psicofisico.

Alla base della cura dei bambini ci sono concetti come la genetica, la nutrizione, la fisiologia, la psicologia medica e la sociologia, che sono competenze generali e non specialistiche (ricordiamo che gli assistenti all’infanzia non hanno le stesse competenze mediche di altre persone coinvolte nella cura dei bambini, come gli psicologi).

Ogni puericultrice può specializzarsi in un’area definita, come quella pre-natale, post-natale o della cosiddetta prima infanzia (più o meno fino ai primi tre anni di vita).

Cosa fa una puericultrice?

Il compito principale delle puericultrici è quello di contribuire alla formazione di un sano equilibrio familiare e di sostenere i genitori attraverso una serie di informazioni utili su come crescere il neonato senza eccessivo stress. Le assistenti all’infanzia guidano i genitori nelle diverse esigenze e fasi di sviluppo del bebè.

Le puericultrici non solo gestiscono il bambino, occupandosi delle prime visite, dei primi bagnetti, dell’igiene, dell’alimentazione, ecc. ma soprattutto forniscono un supporto emotivo e psicologico ai neogenitori nei momenti di grande confusione, dubbio e disorientamento.

In sintesi, i compiti sono i seguenti:

  • assistere e supervisionare i genitori nella gestione dei neonati nelle prime settimane di vita;
  • aiutare le nuove famiglie a trovare risposte e a condividere un nuovo equilibrio, dal sostegno all’allattamento alle pratiche igieniche generali (ad esempio il bagnetto e la cura del cordone);
  • sostenere emotivamente e psicologicamente i genitori;
  • osservare lo sviluppo psicomotorio e le competenze linguistiche del bambino nelle diverse fasi della crescita, compreso il monitoraggio di fasi specifiche come l’ingresso al nido e la socializzazione.

Per le competenze necessarie a seguire i neonati nel loro sviluppo, la professione è stata riconosciuta dal Ministero della Salute in base alla legge del 1908 fin dal 1940.

Come diventare puericultrice

Non esiste un titolo di studio specifico per diventare puericultrice; è sufficiente un diploma di scuola media superiore, ma è necessario che sia ufficialmente riconosciuto dal Ministero della Salute.

Il corso per diventare puericultrice dura un anno, per un totale di 320 ore, e comprende nozioni pratiche e teoriche. Può essere frequentato a partire dai 16 anni.

Le aree teoriche incluse nel programma di studio comprendono:

  • fisiologia;
  • neonatologia;
  • scienze infermieristiche;
  • assistenza infermieristica;
  • auxologia;
  • alimentazione dietetica infantile;
  • patologia pediatrica;
  • profilassi di varie affezioni;
  • elementi di legislazione sanitaria e dell’assistenza sociale.

Dopo la teoria, è obbligatorio un tirocinio pratico in ospedali, asili e altre istituzioni autorizzate. Il superamento dell’esame finale abilita lo studente a specializzarsi nel lavoro con i bambini nel campo dell’assistenza sociale e sanitaria.

Il diploma di istruzione superiore non è richiesto per la qualifica, ma è necessario per partecipare al bando di concorso. I potenziali candidati devono quindi esaminare attentamente le informazioni contenute nel bando e assicurarsi di possedere tutti i requisiti necessari.

Sbocchi professionali

Le puericultrici non possono insegnare negli asili pubblici o privati, dove è indispensabile una laurea in scienze dell’educazione. Tuttavia, possono assistere gli insegnanti nel settore dell’istruzione e lavorare nel settore sanitario in ostetricia, pediatria e assistenza ambulatoriale.

Possono anche assistere le famiglie come libere professioniste. Infine, possono anche aprire un proprio asilo nido se rispettano le disposizioni regionali in materia.

Puericultrice: mansioni

Alla puericultrice possono essere affidati i bambini per lo svolgimento dei primi esami medici, la valutazione delle diete, la gestione dell’igiene, ma anche e soprattutto l’accompagnamento della madre nella fase di allattamento e nei primi gesti che compie con suo figlio, dal primo bagnetto passando per il modo di tenerlo in braccio e addormentarlo.

L’importanza di questa figura è data anche dalla capacità di supporto emotivo e psicologico che riesce ad avere nei confronti delle madri, che concretamente vivono giorni di spaesamento, incertezza e confusione quando vengono al mondo i loro figli. Pianti incessanti, messaggi non verbali difficilmente decifrabili, momenti critici sono all’ordine del giorno quando un bambino è appena nato e utilizza un linguaggio che la madre ancora non conosce.

La puericultrice in queste occasioni si rivela una professionista perfetta per sostenere il percorso di conoscenza e di relazione tra madre e bambino, guidando entrambi a procedere uno incontro all’altro, nel rispetto dei propri bisogni e di quelli dell’altro.

Pertanto una puericultrice può lavorare nelle seguenti strutture:

  • cliniche ostetriche
  • reparti pediatrici di ospedali pubblici e privati
  • case di cura
  • ASL
  • servizi ambulatoriali
  • consultori
  • asili nido
  • scuole materne
  • istituti di recupero per bambini
  • enti locali
  • cooperative sociali che si occupano di minori

Le maggiori responsabilità professionali capitano a chi sceglie di lavorare come puericultrice in ospedale, dove ci si può ritrovare ad avere a che fare con urgenze nei reparti di pediatria, chirurgia infantile, neonatologia. In questi casi è sempre figura di affiancamento di altre, come il medico,  la caposala, gli assistenti sociali, gli educatori, gli infermieri.

Quando lavora a domicilio svolge attività da libera professionista, e può essere richiesta per accompagnare le donne che hanno recentemente partorito in questa avventura magica della nascita e della crescita del bambino nei primi periodi di vita.

Un altro aspetto che non è da trascurare, è che spesso per lavorare all’interno del Servizio Sanitario Nazionale e in altri Enti pubblici è necessario aver superato un concorso pubblico.

Concorsi pubblici per puericultrici

lavorare come puericultrice in ospedale

Il concorso per puericultrici è sicuramente molto interessante per tutti coloro che vogliono svolgere questa professione.

I titoli che interessano la commissione del concorso pubblico per puericultrice:

  • diploma di istruzione secondaria di primo grado;
  • licenza di abilitazione all’esercizio dell’arte ausiliaria delle professioni sanitarie di puericultrice ovvero diploma di cui al r.d. 19 luglio 1940, n. 1098, o di cui al d.m.s. 21 ottobre 1991, n. 458, art. 6, comma 2.

Ovviamente questi requisiti devono essere in possesso della persona entro la data della scadenza del bando, e assolutamente non oltre.

Le prove concorsuali sono così strutturate:

  • Prova pratica: consiste nell’esecuzione di tecniche specifiche connesse alla qualificazione professionale richiesta, ad esempio la somministrazione di una pratica assistenziale su un bambino sano;
  • Prova orale: verte sulle materie inerenti il profilo nonché sui compiti connessi alla funzione da ricoprire. Il colloquio è volto a verificare le competenze specifiche delle mansioni di puericultrice.

Competenze necessarie per essere una brava puericultrice

Per essere una eccellente puericultrice, bisogna essere intuitivi, empatici, pazienti e capaci di costruire rapporti di fiducia e di lavorare con i diversi membri della famiglia. Si pensi, ad esempio, a un genitore che non riesce a dormire perché il bambino continua a piangere, o a un neo-genitore che ha difficoltà a portare a termine anche i compiti più semplici.

Anche le capacità di comunicazione verbale e non verbale sono importanti, così come la capacità di suggerire attività ludiche adeguate allo stadio di sviluppo del bambino e di giocare insieme con delicatezza.

È inoltre responsabilità di istruire i genitori su come interpretare le espressioni facciali e i pianti dei bambini. È anche loro compito consigliare e insegnare alle famiglie cosa devono fare per prendersi cura del neonato. Ecco perché il rispetto, la gentilezza e la solidarietà sono caratteristiche essenziali di questo lavoro.

 

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