Come diventare puericultrice: la guida pratica

mansioni della puericultrice

Non potevamo non dedicare un articolo a come diventare puericultrice, un’ambizione che alberga nel cuore di molte studentesse. Il percorso per svolgere questa professione guida la futura puericultrice attraverso la maturazione di competenze e di conoscenze funzionali ad ottenere una qualifica per svolgere l’attività. In questo articolo spiegheremo quale corso di laurea in puericultura scegliere e quali sono i canali formativi più idonei. 

Corso di puericultrice in Italia

laurea puericultriceNel nostro paese la figura della puericultrice ha una lunga storia. Nonostante questa storia sia longeva e ben radicata non esiste ancora un pieno riconoscimento professionale, come per gli altri paesi europei che nel corso del tempo si sono mobilitati per renderla ufficiale. La Francia e altri paesi del Nord Europa hanno istituito corsi sia triennali che quinquennali equivalenti ai nostri corsi di laurea, la cui frequenza culmina con il conseguimento di un titolo formativo spendibile all’interno dei campi in cui il profilo professionale della puericultrice è richiesto.

Il fatto che non esista un corso di laurea vero e proprio non corrisponde alla totale assenza di percorsi formativi. Esistono corsi riconosciuti in Puericultura e anche scuole di formazione dedicate a questa disciplina, che mirano a diffondere e offrire agli studenti e studentesse il bagaglio di conoscenze e competenze per diventare puericultrici. 

Generalmente i corsi vengono strutturati con lezioni teoriche che vengono tenute da docenti in campo medico ed educativo, alle quali si associano e si integrano lezioni frontali di tipo pratico e laboratoriale. Entrambi gli aspetti sono di fondamentale importanza per completare il profilo e poter fare affidamento su una preparazione ampia e integrata in tutti i suoi aspetti.

Quali sono le discipline importanti per un corso in puericultura? Qui di seguito ne elenchiamo alcune, che si trovano con più frequenza all’interno dei programmi:

  • fisiologia
  • neonatologia
  • assistenza infermieristica
  • auxologia
  • alimentazione dietetica infantile
  • patologia pediatrica
  • profilassi di varie affezioni
  • elementi di legislazione sanitaria e dell’assistenza sociale

Il programma teorico, come precedentemente detto, si somma alla preparazione pratica, garantita soprattutto dalla frequenza di un tirocinio pratico, svolto spesso negli asili nido, reparti di maternità di cliniche, ospedali o altre strutture convenzionate. 

La conclusione del percorso di studi conduca al rilascio di un diploma, riconosciuto dal Ministero della Salute, con il quale si può esercitare una professione nell’ambito dei servizi socio-sanitari, dell’assistenza all’infanzia, e inoltre si può partecipare ai concorsi pubblici. 

Come diventare puericultrice

Anche se abbiamo parlato di questa figura ancora non abbiamo spiegato nel dettaglio di cosa si occupa una puericultrice. Ne vogliamo parlare in questo paragrafo, nella speranza di rendere un servizio utile a coloro che vogliono saperne di più.

La puericultrice è incaricata dell’assistenza ai bambini sani, spesso in contesti socio-sanitari, dalla nascita fino al compimento del sesto anno di vita. Possiede competenze generali per seguire il bambino dal punto di vista psicologico, motorio e ludico. Si rammenta che si tratta di competenze generali e non specialistiche, in quanto non stiamo parlando di uno psicologo dell’infanzia o di una figura con competenze di natura medica. 

Alla puericultrice possono essere affidati i bambini per lo svolgimento dei primi esami medici, la valutazione delle diete, la gestione dell’igiene, ma anche e soprattutto l’accompagnamento della madre nella fase di allattamento e nei primi gesti che compie con suo figlio, dal primo bagnetto passando per il modo di tenerlo in braccio e addormentarlo.

L’importanza di questa figura è data anche dalla capacità di supporto emotivo e psicologico che riesce ad avere nei confronti delle madri, che concretamente vivono giorni di spaesamento, incertezza e confusione quando vengono al mondo i loro figli. Pianti incessanti, messaggi non verbali difficilmente decifrabili, momenti critici sono all’ordine del giorno quando un bambino è appena nato e utilizza un linguaggio che la madre ancora non conosce.

La puericultrice in queste occasioni si rivela una professionista perfetta per sostenere il percorso di conoscenza e di relazione tra madre e bambino, guidando entrambi a procedere uno incontro all’altro, nel rispetto dei propri bisogni e di quelli dell’altro. 

Ancora più dettagliatamente possiamo affermare che la puericultrice svolge queste attività:

  • Fornisce supporto costante, assistenza e supervisione alle mamme alle prese con neonati nelle prime settimane di vita. Si fanno fautrici della promozione di un corretto allattamento al seno, nonché delle buone prassi di igiene comune (come il bagnetto). Contribuiscono ad aiutare tutta la famiglia, costruendo insieme ad esse un nuovo assetto famigliare che sia confortevole per tutti.
  • Offre supporto emotivo d
  • promuove la salute di tutti i soggetti interessati più da vicino dall’evento nascita: bambino e madre. Per farlo identica le condizioni di disagio che possono sorgere, mettendo a punto interventi personalizzati a seconda delle esigenze specifiche dei vari cari, dal punto di vista medico, psicologico o sociale
  • Segue lo sviluppo del bambino e come questo si muove nelle varie tappe, osservando i progressi dal punto di vista motorio, del linguaggio, fino alla socializzazione all’ingresso dell’asilo nido, e via discorrendo

Lavorare come puericultrice in ospedale o altrove

lavorare come puericultrice in ospedaleMa dove lavora la puericultrice? Questa domanda è ricorrente e merita una risposta chiara ed esaustiva. Per tale motivo abbiamo preferito porre le risposte in un elenco puntato, che potesse fornire una lista di contesti in cui è realmente spendibile questa figura.

Possiamo affermare che il contesto privilegiato per l’inserimento professionale di una puericultrice è il Servizio Sanitario Nazionale, nonché le strutture private. Ma ecco la lista completa:

  • cliniche ostetriche
  • reparti pediatrici di ospedali pubblici e privati
  • case di cura
  • ASL
  • servizi ambulatoriali e consultoriali
  • asili nido
  • scuole materne
  • istituti di recupero per bambini
  • Enti locali
  • cooperative sociali che si occupano di minori

Le maggiori responsabilità professionali capitano a chi sceglie di lavorare come puericultrice in ospedale, dove ci si può ritrovare ad avere a che fare con urgenze nei reparti di pediatria, chirurgia infantile, neonatologia. In questi casi è sempre figura di affiancamento di altre, come il medico,  la caposala, gli assistenti sociali, gli educatori, gli infermieri.

Quando lavora a domicilio svolge attività da libera professionista, e può essere richiesta per accompagnare le donne che hanno recentemente partorito in questa avventura magica della nascita e della crescita del bambino nei primi periodi di vita. 

Un altro aspetto che non è da trascurare, è che spesso per lavorare all’interno del Servizio Sanitario Nazionale e in altri Enti pubblici è necessario aver superato un concorso pubblico. 

Concorsi pubblici per puericultrici

Il concorso per puericultrici è sicuramente molto interessante per tutti coloro che vogliono svolgere questa professione. Per questo abbiamo scelto di dedicare questo ultimo capitolo proprio a questo tema e soprattutto ai requisiti generali richiesti. 

Per parlare dei requisiti possiamo anche accennare alla presenza di qualche eventuale corso da puericultrice e al costo, nonché alla laurea da puericultrice, che non esiste ma che se esistesse sarebbe molto simile alla licenza di abilitazione. Ma vediamo meglio i titoli che interessano la commissione del concorso pubblico per puericultrice:

  • diploma di istruzione secondaria di primo grado
  • licenza di abilitazione all’esercizio dell’arte ausiliaria delle professioni sanitarie di puericultrice ovvero diploma di cui al r.d. 19 luglio 1940, n. 1098, o di cui al d.m.s. 21 ottobre 1991, n. 458, art. 6, comma 2

Ovviamente questi requisiti devono essere in possesso della persona entro la data della scadenza del bando, e assolutamente non oltre.

Infine, ci sembra cosa buona e giusta riportare quali sono le modalità con cui si svolgono le prove concorsuali:

  • Prova pratica: consiste nell’esecuzione di tecniche specifiche connesse alla qualificazione professionale richiesta, ad esempio la somministrazione di una pratica assistenziale su un bambino sano.
  • Prova orale: verte sulle materie inerenti il profilo nonché sui compiti connessi alla funzione da ricoprire. Il colloquio è volto a verificare le competenze specifiche delle mansioni di Puericultrice.

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