Come gestire gli studenti che disturbano le lezioni?

Studenti che disturbano a scuola e Disturbi del Comportamento

Probabilmente lungo la tua carriera ti troverai a dover gestire studenti che disturbano le lezioni. Questa affermazione non vuole insinuare che gli studenti siano una categoria “ingestibile”, costituita da giovani che non vogliono seguire le lezioni o che si prefiggono volontariamente di diventare oggetti di disturbo. A volte può anche succedere, ma non è la norma. E quando succede, prima ancora di punire e di reprimere come insegnante sarebbe opportuno che tu cercassi di capire. Vediamo insieme come si può fare a gestire gli studenti che disturbano, in linea con un’impronta didattica costruttiva, empatica e aperta.

Bambini che disturbano a scuola

come gestire un bambino che disturbaNon è un caso se anche il concorso per la scuola non contempla unicamente le materie che si andranno a insegnare ma anche e soprattutto le capacità didattiche dei docenti.
Sono proprio le abilità didattiche che fanno la differenza. Un docente può avere una conoscenza della sua materia ineccepibile, ma se non possiede la capacità di trasmettere quelle informazioni agli studenti allora non avrà fatto del tutto il suo lavoro.
Le teorie pedagogiche e le metodologie vanno sicuramente apprese, è opportuno studiare, eppure a volte non bastano neanche quelle. Perchè? Perchè l’insegnamento non è un processo neutro che avviene tra canali vuoti e freddi, ma è una dinamica di scambio tra individui, con le proprie caratteristiche e peculiarità.
Soltanto l’esperienza potrà dirti come gestire gli studenti che disturbano in classe, soltanto la capacità di contestualizzare quanto hai imparato può davvero fare la differenza.
Certo, il ruolo dell’insegnante non è del tutto semplice, sappiamo bene che ogni giorno lo studente deve avere a che fare con studenti e studentesse che compongono un gruppo classe ma che non sono tutti uguali. Ogni studente e ogni studentessa ha la propria personalità e le proprie specifiche e personali esigenze, diversi modi di relazionarsi e diverse difficoltà, più o meno rilevanti. Prestare attenzione a tutto questo, e contemporaneamente riuscire e insegnare la propria materia è davvero un numero da equilibrista.

Studenti che disturbano a scuola e Disturbi del Comportamento

Fatte le dovute premesse ci accorgiamo che ancora non siamo riusciti a dire tutto. Il tema è delicato, e racchiuderlo in queste poche battute rischia di renderlo banale, di semplificarlo ulteriormente. È un rischio che corriamo, ma vi preghiamo di tenere sempre in considerazione che le variabili che conducono uno studente a disturbare la lezione possono essere molteplici, alcune delle quali nascoste.
Possono esserci di mezzo atteggiamenti che vengono solitamente chiamati “oppositivi”, oppure dietro ci possono essere Disturbi del Comportamento che dovrebbero essere opportunamente diagnosticati. A volte si tratta di lievi immaturità emotive o di ricerca di attenzioni. Un caso eclatante, che si riscontra con una certa frequenza in gruppi classe molto diversi, è quello del “bambino burlone”, il bambino che utilizza lo scherzo, il gioco, la mancanza di serietà come comportamento di base, con il quale affronta anche eventuali rimproveri.
Se può far simpatia sentirne parlare dobbiamo ammettere che ritrovarselo in classe tutti i giorni mentre si cerca di portare un’attività e più in generale un obiettivo didattico può mandare in crisi molti insegnanti.
A volte il rendimento di questi bambini non è buono, e questo può far pensare che l’atteggiamento assunto, di divertimento e di allegria forzata, abbia come obbiettivo anche quello di oscurare il cattivo rendimento. Non è un atteggiamento consapevole e le punizioni possono fare molto poco. Senza un’attenta comprensione del caso non si può intervenire adeguatamente, bisogna sempre studiare e osservare attentamente, con il massimo dell’empatia, la situazione in tutte le sue sfaccettature.

Metodologie didattiche per la gestione dello studente che disturba le lezioni

Come ci si comporta in questi casi? Il dialogo è uno strumento eccezionale, per il quale bisogna essere adeguatamente preparati. Stiamo parlando di dialobgo, non di rimprovero. Dietro il tentativo di comunicazione ci dev’essere un’adeguata apertura all’ascolto attivo e sensibile del bambino, senza per questo perdere i propri punti fermi e i limiti imposti dalla figura autorevole dell’insegnante.
Si può spiegare al bambino che essere uno studente che disturba durante la lezione non lo rende una persona cattiva, ma che quel comportamento può nuocere a sé stesso e al gruppo classe, rendendo l’apprendimento difficoltoso per tutti.
Non è solo il bambino protagonista e autore di questo comportamento a meritare il dialogo ma tutto il gruppo, è buona norma che l’insegnante comunichi anche all’intera classe spiegando la situazione in modo chiaro e onesto e domandando agli altri studenti e studentesse se si sentono in grado e desiderosi di aiutare il compagno di classe, magari evitando di fare da sponda e da supporto agli scherzi e alle burle.
Solo così si può costruire una classe permeata da un’atmosfera costruttiva, capace di avanzare attraverso gli ostacoli apprendendo a rendere una situazione di disagio una risorsa per la crescita di tutti.

Come prepararsi al TFA: studiare le esigenze del bambino

gestire studenti che disturbanoStiamo insistendo molto su questi punti perchè all’interno del concorso TFA per il sostegno vengono spesso proposte tracce o domande orali che riguardano l’inclusività di alunni con Disturbi del Comportamento o più in generale la gestione di una classe in cui uno o più alunni mostrano esigenze speciali.
Quanto detto precedentemente, sulla possibilità di costruire una classe in cui il dialogo sia lo strumento privilegiato di gestione dei disagi non è affatto semplice, lo sappiamo bene. Ma sicuramente, con pazienza e fiducia, trasmettere al gruppo classe il messaggio che i comportamenti positivi riscontrano maggiore gratificazione in tutti gli attori piuttosto che quelli negativi può già essere di grande aiuto nel cambiare l’atmosfera generale.
Promuovere attività semplici, in cui anche i bambini più esigenti sia facile raggiungere buoni risultati abbassa il livello di stress degli alunni e gli consente di non entrare in frustrazione, ottenendo risultati positivi che al tempo stesso lo incoraggiano.
Anche se le attività sono leggermente facilitate non si deve farlo notare al bambino, anzi si tenderà a rinforzare quell’impegno con un piccolo simbolo di riconoscimento della propria bravura. Questo atteggiamento può essere funzionale anche all’educazione dei genitori, in quanto il successo scolastico può far sì che anche in famiglia il bambino venga lodato.
Questi suggerimenti puntando a rendere il miglioramento del comportamento di un singolo come un motore per trainare un miglioramento condiviso. Il compagno di classe diventa un precedente, un esempio, una dimostrazione manifesta e reale di come sia possibile cambiare la propria attitudine e migliorare il proprio comportamento, in un contesto positivo, accogliente e supportivo. Un bel circolo virtuoso che si può innescare soltanto grazie a un insegnante che possiede quelle qualità di flessibilità, attenzione, delicatezza, assertività ed empatia in giusta misura.

Come prepararsi al TFA sostegno

Se hai trovato utile questo approfondimento su come gestire studenti che disturbano le lezioni e più in generale bambini che disturbano a scuola ti consigliamo di continuare a leggere testi e contributi che parlano di una pedagogia e di una didattica non autoritaria. Siamo certi che questa preparazione ti sarà d’aiuto in molteplici modi, prima ancora di mettere in pratica quanto appreso potresti ritrovarti a dover sfoggiare queste conoscenze per rispondere alle domande delle prove concorsuali.
Lo abbiamo già accennato prima, ma questi argomenti sono al centro dei quesiti che vengono proposti al concorso per TFA sostegno. Puoi trovare anche on line spunti sulle tracce svolte, esempi di sviluppi dei veri argomenti, compreso questo sull’inclusività. Intanto speriamo che questo articolo ti sia già stato di ispirazione e di aiuto per inquadrare possibili risposte a un classico problema in cui incappano molti docenti.

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