Chi può insegnare? Ecco i titoli necessari per l’insegnamento

Veniamo al dunque e cerchiamo di capire una volta per tutte: chi può insegnare? Sembra una domanda semplice e banale, ma vista la complessità e i repentini cambiamenti della situazione reclutamento insegnanti in Italia forse fare il punto della situazione non è così assurdo. Continua a leggere, questo contenuto è pensato apposta per te che cerchi chiarezza e spiegazioni esaustive su una situazione così confusa.

Titoli per insegnamento: una guida

Abbiamo pensato a questo articolo come a una vera e propria guida che schematizzi quali sono i requisiti essenziali per l’insegnamento, suddivisi per i vari gradi di istruzione e con le dovute precisazioni. Con questa guida potrai finalmente capire se puoi concorrere per diventare insegnante e coronare il tuo obiettivo professionale. I titoli per insegnare cambiano a seconda del livello d’istruzione, come in parte abbiamo già accennato. I livelli di istruzione corrispondono alla scuola dell’infanzia, alla scuola primaria e alla scuola secondaria, che si divide in scuola secondaria di primo grado (quella che comunemente conosciamo come scuola media) e secondaria di secondo grado (quella che conosciamo come scuola superiore nel comune parlare).
Quali sono i requisiti per diventare docente in ciascuno di questi contesti? Ci sono sicuramente dei requisiti di base, che possiamo chiamare essenziali, che valgono per tutte i gradi di istruzione in egual misura. Ad esempio:

  • Verificare che il tuo titolo di studio rientri tra quelli riportati dal MIUR per accedere all’insegnamento nei diversi gradi di istituto
  • Scoprire a quali classi di concorso hai accesso grazie al tuo titolo di studio
  • Controllare dal tuo piano di studi di possedere tutti i requisiti per il pieno accesso alle classi di concorso che ti interessano

Per essere davvero chiari dobbiamo fare gli approfondimenti per quanto riguarda questi punti qui sopra elencati, quindi vediamo in dettaglio in cosa consistono.

Verifica dei titoli di accesso all’insegnamento

Quando nel primo punto dell’elenco leggiamo “Verificare che il tuo titolo di studio rientri tra quelli riportati dal MIUR per accedere all’insegnamento nei diversi gradi di istituto” cosa vuol dire? I titoli validi per il Ministero sono gli unici che consentono di avviarsi verso una carriera nel mondo dell’istruzione come docente. Ad esempio, per diventare insegnante nel liceo dei essere in possesso di una laurea magistrale, la triennale non è sufficiente. Si evince che un titolo di laurea triennale non rientra tra quelli riportati dal MIUR “per accedere all’insegnamento nei diversi gradi di istituto“. Avendo aggiunto questa informazione forse è utile specificare quali sono i titoli richiesti per i vari gradi di istruzione, un dettaglio che rimane sicuramente tra i più rilevanti, se non direttamente il più importante. Abbiamo schematizzato questa informazione in vari elenchi suddivisi in paragrafi, uno per ogni grado di istruzione: scuola dell’infanzia e primaria, scuola secondaria di primo e secondo grado, docente ITP di scuola secondaria.

Titoli di accesso all’insegnamento per docente di scuola dell’infanzia e primaria

  • Laurea in Scienze della formazione primaria
  • Diploma Magistrale o di Liceo Socio-Psico-Pedagogico o sperimentale a indirizzo linguistico (conseguito entro l’anno scolastico 2001-2002)

Titoli di accesso all’insegnamento per docente di scuola secondaria di primo e secondo grado

  • Laurea di Vecchio Ordinamento
  • Laurea Specialistica o Magistrale di Nuovo Ordinamento
  • Diploma accademico di II livello
  • Diploma di Conservatorio o di Accademia di Belle Arti Vecchio Ordinamento

Titoli di accesso all’insegnamento per docente ITP di scuola secondaria

  • Diploma di scuola superiore conseguito in un istituto tecnico o professionale

Quest’ultima è sicuramente una buona notizia per coloro che vogliono diventare insegnanti ma non possiedono la laurea. Si può diventare insegnanti ITP nelle scuole superiori anche con il diploma. Abbiamo scritto degli articoli anche su questo argomento.

Le classi di concorso: titoli per insegnare

Una volta chiarito chi può insegnare e in quale livello di istruzione resta ancora molto da chiarire. Ma procediamo con ordine. Quanto abbiamo scritto finora riguarda genericamente i titoli che consentono di avviarsi all’insegnamento. O meglio, per essere davvero fedeli alla procedura e spiegare le cose come sono dobbiamo dire che quelli elencati sono i titoli che il Ministero dell’Università e della Ricerca ritiene validi per accedere alle classi di concorso. Ma cosa sono le classi di concorso? Sono degli elenchi, ognuno dei quali è denominato tramite un codice, che racchiudono i titoli di insegnamento riguardanti una stessa materia di studio. Quindi ogni Laura o diploma corrisponde a un codice di una classe di concorso, a seconda della materia di riferimento. Per capire meglio quali sono consigliamo di approfondire direttamente sulle fonti ufficiali e di cercare e leggere le tabelle MIUR in cui sono segnalate le classi di concorso per l’insegnamento e i titoli di laurea che gli corrispondono. Ma attenzione anche nella ricerca delle tabelle del MIUR, queste sono suddivise per tipologie di laurea, ne esiste una per le lauree del nuovo ordinamento, una per quelle del vecchio ordinamento e una per i docenti ITP. Ricapitolando:

  • Tabella A, per i docenti con Laurea del nuovo ordinamento
  • Tabella A1 è destinata ai docenti con Laurea del Vecchio Ordinamento
  • Tabella B per i docenti ITP (Insegnanti Tecnico Pratici)

E abbiamo aggiunto un altro atteso alla spiegazione di come e chi può diventare insegnante. Ma c’è un’altra precisazione ancora. Magari hai titolo di laurea per insegnare partecipando alle selezione per una classe di concorso, ma non hai ancora i requisiti extra richiesti. Sì. Ahimè, ci sono dei requisiti extra. Quali sono? Un numero preciso di Crediti Formativi Universitari (CFU) che devi aver obbligatoriamente acquisito nel tuo piano di studi in specifici settori disciplinari (SSD). Praticamente, non basta una laurea in Economia per accedere alla classe XY (per esempio per insegnare matematica) se non hai conseguito sufficienti crediti in materie matematiche. Così abbiamo spiegato a grandi linee, ma anche questo è dettagliato in tabelle in cui si può prendere visione del numero di crediti richiesti e per specifico Settore scientifico disciplinare (ovvero un sottogruppo di materie).

Titoli per insegnare: valutazione del piano studi

Quindi, forse adesso si è capito che molto dipende dal piano di studi che l’aspirante docente ha completato per conseguire il titolo di laurea. Il completamento degli esami contenuti nel piano di studi (ma anche la frequenza di master e corsi) ha dato diritto a un numero preciso di CFU in specifici SSD, settori scientifico disciplinari. Ora unendo i puntini possiamo affermare che, se ogni classe di concorso stabilisce precisamente quanti CFU ci vogliono in un determinato SSD per accedere all’insegnamento di una materia, la prima cosa da fare è controllare il piano di studi e verificare si si è in possesso di tutti i crediti richiesti per poterlo fare. Esistono dei servizi professionali che si occupano di verificare i piani di studio, il momento crediti formativi universitari che si possiedono nei rispettivi settori scientifici disciplinari. Il fatto che esiste un servizio apposito ci deve dare l’idea di quanto può essere complesso cercare di tradurre queste tabelle in dati reali per comprendere se si possiedono i requisiti. Questo servizio è conosciuto proprio con il nome di valutazione del piano di studi, ed è molto molto utile. Anche se può sembrare assurdo rivolgersi a un professionista per chiedere queste informazioni, che dovrebbero essere in nostro possesso, è una buona idea da prendere in considerazione per essere certi di non sbagliare, dimezzare i tempi e vederci chiaro davvero. Questa valutazione è fondamentale anche perché senza la precisa corrispondenza tra i tuoi titoli e la classe di concorso in cui puoi concorrere non puoi neanche inviare la candidatura spontanea per l’insegnamento, ovvero la messa a disposizione. Anche nella messa a disposizione (che permette di lavorare come supplente a breve termine anche se non si è ancora superato il concorso) va inserita la classe di concorso, perché è quella che indica quali sono le materie per le quali vieni considerato competente nell’insegnamento.

Forse sembra tutto molto complicato, forse davvero sembrerà finalmente tutto molto chiaro, in ogni caso ti auguriamo fortissimo tanti auguri!

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