Studiare diritto penale adeguatamente è essenziale se si vuole superare la prova di ammissione per la selezione di personale nelle amministrazioni pubbliche. Solitamente gli esami di accesso prevedono un test a risposta multipla che verte attorno alla sfera giuridica e il diritto penale nei concorsi pubblici è uno degli argomenti presenti, seppur in misura leggermente minore rispetto ad altri temi trattati.
Diritto penale: definizione
Il diritto penale è una branca del diritto pubblico, che prevede l’imposizione di sanzioni che limitano la libertà personale, o sanzioni di diversa natura, a coloro che commettono atti considerati criminali dal nostro ordinamento giuridico.
Pertanto, al concetto di reato si lega quello di sanzione penale, nella cui sfera rientrano le pene e le misure di sicurezza. Le pene detentive o pecuniarie si applicano secondo le disposizioni di legge, così come le misure di sicurezza, prefigurate dal codice.
Ma quand’è che si commette un reato? Innanzitutto, per configurare un reato è necessario un comportamento materiale, cioè un comportamento che si manifesti nella realtà e che sia tangibile da parte di un individuo o di una persona giuridica.
È bene ricordare, infatti, che non rilevano a fini penali i pensieri o le intenzioni. Perché si abbia un reato, in secondo luogo, non è sufficiente l’esistenza di un comportamento materiale, poiché quest’ultimo deve essere anche lesivo di un bene giuridico, deve cioè causare un danno o quantomeno mettere in pericolo un bene tutelato dall’ordinamento.
In terzo luogo, il comportamento materiale e lesivo deve essere attribuibile al suo autore secondo gli elementi di diritto penale, deve cioè essere possibile imputare a quest’ultimo la colpevolezza e, più specificamente, la capacità di intendere e volere nel compiere l’atto lesivo che configura reato.
Per riassumere, quindi, ci sono 4 principi nel diritto penale:
- principio di legalità (secondo il quale nessuno può essere punito per un fatto se non è esplicitamente prescritto dalla legge come reato);
- principio di materialità (non ci può essere crimine a meno che non si manifesti in fatti reali);
- principio di offensività (la volontà di compiere un crimine deve essere incarnata in un atto che danneggi o metta in pericolo un bene giuridico);
- principio di colpevolezza (il crimine deve essere attribuito al suo agente).
Diritto penale nei concorsi pubblici
Rispetto al costituzionale, all’amministrativo o al civile, il diritto penale è infatti meno richiesto nelle prove preselettive. Viene trattato abbondantemente, comunque, nei concorsi per l’accesso alla magistratura o alla Polizia di Stato, oppure negli esami di abilitazione alla professione di avvocato. Motivo per cui occorre prepararsi a dovere.
In buona sostanza, una formazione adeguata sul diritto penale nei concorsi pubblici è richiesta per quelle prove dove risulta fondamentale il possesso, anche ai fini di carriera professionale, di una laurea in giurisprudenza.
Negli altri concorsi pubblici, invece, il diritto penale compare sotto la formula di “elementi di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione”.
Infatti, ai candidati che non dovranno svolgere una professione in ambito giuridico, si richiede semplicemente una formazione di base e più generica del diritto penale e dei reati specifici nei quali potrebbero incorrere nell’esercizio delle loro funzioni.
Prendiamo ad esempio i concorsi banditi dall’Agenzia delle Entrate, dove la conoscenza del diritto penale è sì richiesta, ma è secondaria rispetto ad altre discipline come il diritto tributario, il diritto amministrativo o il diritto civile.
Diritto penale: cosa studiare?
La conoscenza dei concetti elementari del diritto penale rappresenta una delle skill basilari che deve assolutamente possedere chi intende partecipare ai concorsi nella pubblica amministrazione.
Le domande di diritto penale sono presenti non solo nella prova preselettiva, ma anche nelle prove scritte e nella prova orale.
Quando ci si trova a dover studiare diritto penale, solitamente ci si imbatte in tre grandi macro-sezioni: i reati in generale, i delitti e le contravvenzioni.
La parte generale è quella che riporta tutta una serie di principi e regole di base applicabili al diritto penale. Si parte con l’affermazione dei principi generali della materia (principio di legalità, di materialità, di offensività, di colpevolezza ecc.), per poi passare a un esame specifico delle caratteristiche peculiari del reato.
Prendendo come modello il codice penale, si può notare come nella seconda e terza parte del codice (parte speciale) vengano esaminati i singoli delitti (raggruppati per categorie: contro la personalità dello Stato, contro la pubblica amministrazione, contro l’amministrazione della giustizia e così via) e le contravvenzioni.
Tuttavia, le disposizioni del codice non vertono solo sulla parte speciale, ma anche su numerose fattispecie e leggi speciali che contemplano specifiche ipotesi delittuose .
Cercare di ricordarle tutte, quindi, richiede uno studio laborioso ed estenuante, che può essere affrontato solo da chi si prepara per concorsi particolarmente impegnativi come quello per l’accesso alla magistratura.
Nei concorsi pubblici, invece, sono richieste perlopiù le nozioni generali della materia e, in taluni casi, i soli delitti contro la pubblica amministrazione (di solito è lo stesso bando che lo specifica).
Ma quali sono gli argomenti “penali” più trattati nelle prove concorsuali? Sicuramente i reati contro la pubblica amministrazione e quelli afferenti la sfera patrimoniale.
Pertanto, potranno essere formulate delle domande su una serie di questioni relative al diritto penale nei suoi aspetti più generali, nonché sui dettagli di alcune tipologie di reati legati al pubblico ufficio. Quindi, i quesiti potrebbero vertere su crimini come appropriazione indebita e corruzione, nonché sulla responsabilità dei funzionari pubblici dei segreti d’ufficio. Coloro che si stanno preparando per lo studio di un concorso pubblico incontreranno inevitabilmente questi argomenti.
Prova preselettiva, scritta e orale
Nei concorsi pubblici la valutazione della conoscenza di una materia è solitamente effettuata tramite prove a risposta multipla (i famosi quiz).
Nelle preselezioni viene propinata ai candidati la classica domanda corredata da 3 o 4 alternative di risposta. Nelle prove scritte, invece, la scelta ricade normalmente sui quesiti a risposta aperta.
Si tratta di una domanda cui deve seguire una breve illustrazione dell’istituto compendiata in poche righe (orientativamente circa 15/20). Le domande sono estremamente generiche e in teoria potrebbero avere delle risposta anche di più pagine.
La difficoltà della modalità da prova scritta è quella di dimostrare di avere un quadro chiaro di tutti gli aspetti dell’istituto senza tuttavia dilungarsi per spiegarlo.
Anche quando non previsto nell’ambito delle prove preselettive e scritte, il diritto penale compare spesso nelle fasi finali di un concorso pubblico, quando si deve sostenere la prova orale.
Giunto a questa fase, il candidato, più che tentare uno studio approfondito di tutti gli argomenti, dovrà cercare di assimilare determinati concetti, perlopiù afferenti i reati contro la pubblica amministrazione.
Per farlo, è utile tracciare un quadro schematico di tutti i punti fondamentali della materia.
Questa operazione si può fare mentalmente, ma risulta ancora più utile ed efficace se viene fatta su carta, tracciando e organizzando una mappa concettuale.
Il metodo migliore per prepararsi a sostenere le prove concorsuali resta quello di acquistare gli appositi manuali per concorsi. Ad esempio, sono utili i compendi di diritto penale, perché di norma, prevedono la materia oggetto di esami universitari, prove di concorso e abilitazioni professionali. Sono suddivisi in parte generale e parte speciale. Inoltre, spesso sono corredati da riassunti normativi, schemi riepilogativi, linee guida legislative, mappe concettuali e box di approfondimento estremamente utili per memorizzare al meglio determinati concetti.
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