Diritto penale nei concorsi pubblici: cosa studiare

diritto penale concorsi pubblici: cosa studiare

Le prove di ammissione per la selezione di personale delle amministrazioni pubbliche solitamente prevedono un test a risposta multipla che verte attorno alla sfera giuridica e il diritto penale nei concorsi pubblici è uno degli argomenti presenti, seppur in misura leggermente minore rispetto ad altri argomenti.

Rispetto al costituzionale, all’amministrativo o al civile, quello penale è infatti meno richiesto nelle prove preselettive.

Viene trattato abbondantemente, comunque, nei concorsi per l’accesso alla magistratura o alla Polizia di Stato, oppure negli esami di abilitazione alla professione di avvocato.

In sostanza, una formazione adeguata sul diritto penale nei concorsi pubblici è richiesta per quelle prove dove risulta fondamentale il possesso, anche ai fini di carriera professionale, di una laurea in giurisprudenza.

Negli altri concorsi pubblici, invece, il diritto penale compare sotto la formula di “elementi di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione”.

Il perché di tale modus operandi è presto spiegato: ai candidati che non dovranno svolgere una professione in ambito giuridico,  si richiede “solo” una formazione base del diritto penale e dei reati specifici nei quali potrebbero incorrere nell’esercizio delle loro funzioni.

Prendiamo come esempio i concorsi banditi dall’Agenzia delle Entrate, dove la conoscenza del diritto penale è sì richiesta, ma è secondaria rispetto ad altre discipline come il diritto tributario, il diritto amministrativo o il diritto civile.

Diritto penale: cos’è e cosa studia

Abbiamo appurato come il diritto penale rappresenti una delle materie richieste nell’ambito dei concorsi pubblici relativi ai profili amministrativi-contabili (e non solo).

La conoscenza dei concetti elementari del Diritto Penale rappresenta una delle skills basilari che deve assolutamente possedere chi intende partecipare ai concorsi nella pubblica amministrazione.

Le domande di Diritto Penale sono presenti non solo nella prova preselettiva, ma anche nelle prove scritte e nella prova orale.

Prima di vedere da vicino quali argomenti di diritto penale vengono richiesti maggiormente nelle prove concorsuali, è bene illustrare le peculiarità di questa branca giuridica.

La definizione classica di diritto penale lo indica come quel ramo del diritto pubblico che prevede fatti costituenti reato, proiben­done la commissione mediante la minaccia di una sanzione penale e disciplinandone le conseguenze.

Per fatti costituenti reato si intendono quei comportamenti individuali ed obiettivi attraverso i quali si realizza un reato, che è, dal punto di vista giuridico, quel comportamento cui si riconnette una sanzione penale.

Ma quand’è che si commette un reato? Innanzitutto, per configurare un reato è necessario un comportamento materiale, cioè un comportamento che si manifesti nella realtà e che sia tangibile da parte di un individuo o di una persona giuridica.

È bene ricordare, infatti, che non rilevano a fini penali i pensieri o le intenzioni.

Perché si abbia un reato, in secondo luogo, non è sufficiente l’esistenza di un comportamento materiale, poiché quest’ultimo deve essere anche lesivo di un bene giuridico, deve cioè causare un danno o quantomeno mettere in pericolo un bene tutelato dall’ordinamento.

In terzo luogo, il comportamento materiale e lesivo deve essere attribuibile al suo autore secondo gli elementi di diritto penale, deve cioè essere possibile imputare a quest’ultimo la colpevolezza e, più specificamente, la capacità di intendere e volere nel compiere l’atto lesivo che configura reato.

Diritto penale e sanzione

Al concetto di reato si lega quello di sanzione penale, nella cui sfera rientrano le pene e le misure di sicurezza. Le pene detentive o pecuniarie si applicano secondo le disposizioni di legge, così come le misure di sicurezza, prefigurate dal codice.

Il diritto penale richiesto dai concorsi pubblici

Quando ci si trova a dover studiare diritto penale, solitamente ci si imbatte in tre grandi macro-sezioni: i reati in generale, i delitti e le contravvenzioni.

La parte generale è quella che riporta tutta una serie di principi e regole generali applicabili al diritto penale.

Si parte con l’affermazione dei principi generali della materia (principio di legalità, di materialità, di offensività, di colpevolezza ecc.), per poi passare ad un esame specifico delle caratteristiche peculiari del reato.

Prendendo come modello il codice penale, si può notare come nella seconda e terza parte del codice (parte speciale) sono esaminati i singoli delitti (raggruppati per categorie: contro la personalità dello Stato, contro la pubblica amministrazione, contro l’amministrazione della giustizia e così via) e le contravvenzioni.

Ma le disposizioni del codice non vertono solo sulla parte speciale, ma anche su numerose fattispecie e  leggi speciali che contemplano specifiche ipotesi delittuose  .

Cercare di ricordarle tutte, quindi, richiede uno studio laborioso ed estenuante, che può essere affrontato solo da chi si prepara per concorsi particolarmente impegnativi come quello per l’accesso alla magistratura.

Nei concorsi pubblici, invece, sono richieste perlopiù le nozioni generali della materia e, in taluni casi, i soli delitti contro la pubblica amministrazione (di solito è lo stesso bando che lo specifica).

Ma quali sono gli argomenti “penali” più trattati nelle prove concorsuali? Sicuramente i reati contro la pubblica amministrazione e quelli afferenti la sfera patrimoniale.

Prova preselettiva, scritta e orale

Nei concorsi pubblici la valutazione della conoscenza di una materia è solitamente effettuata tramite prove a risposta multipla (i cosiddetti quiz).

Nelle preselezioni viene propinata ai candidati la classica domanda corredata da 3 o 4 alternative di risposta. Nelle prove scritte, invece, la scelta ricade normalmente sui quesiti a risposta aperta.

Si tratta di una domanda cui deve seguire una breve illustrazione dell’istituto compendiata in poche righe (orientativamente circa 15/20). Le domande sono estremamente generiche e in teoria potrebbero avere delle risposta anche di più pagine.

La difficoltà della modalità da prova scritta è quella di dimostrare di avere un quadro chiaro di tutti gli aspetti dell’istituto senza tuttavia dilungarsi per spiegarlo.

Anche quando non previsto nell’ambito delle prove preselettive e scritte, il diritto penale compare spesso nelle fasi finali di un concorso pubblico, quando si deve sostenere la prova orale.

Giunto in questa fase, il candidato, più che tentare uno studio approfondito di tutti gli argomenti, dovrà cercare di assimilare determinati concetti, perlopiù afferenti i reati contro la pubblica amministrazione.

Per farlo, è utile tracciare un quadro schematico di tutti i punti fondamentali della materia.

Questa operazione si può fare mentalmente, ma risulta ancora più utile ed efficace se viene fatta su carta, tracciando e organizzando una mappa concettuale.

Diritto penale nei concorsi pubblici: conclusioni

Fin qui questa guida dell’Università telematica Niccolò Cusano ha analizzato come e quanto viene trattato il diritto penale nei concorsi pubblici.

il metodo migliore per prepararsi a sostenere le prove concorsuali resta quello di acquistare gli appositi manuali per concorsi, meglio se dedicati allo specifico concorso che si intende affrontare.

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