Per la gestione dei disturbi del linguaggio l’insegnante di sostengo è un valido supporto, una presenza confortante e un appoggio umano e scolastico cruciale. Vogliamo dedicare questo articolo all’approfondimento delle caratteristiche dei disturbi del linguaggio, e chiarire il ruolo della scuola e del sostegno nell’accoglienza degli alunni che manifestano queste specificità.
Disturbo del linguaggio: un’introduzione
Lo sviluppo del linguaggio è un processo complesso seppur spontaneo. Anche se spesso diamo assolutamente per scontato questo processo, considerandolo spontaneo, fluido e senza intoppi, in realtà è caratterizzato da una grande differenza di ritmo, di variabili e di risultanti. Ogni individuo, a seconda del concorrere di diversi fattori ambientali e biologici, percorre le tappe dello sviluppo del linguaggio in modo e con tempistiche diverse.
Tra alcuni degli elementi che possono modificare il percorso dei singoli individui possiamo citare minore o maggiore stimolazione in ambito familiare, inserimento precoce a scuola, presenza di fratelli o sorelle, e molto altro ancora.
Fare attenzione ai segnali che inviano i bambini e le bambini, osservare il loro procedere rispetto a questo aspetto dell’età evolutiva può contribuire ad anticipare le diagnosi inerenti i disturbi del linguaggio, spesso abbreviati con la sigla DSL.
La disciplina che si occupa della gestione di questi disturbi è soprattutto la logopedia, ed è a uno degli specialisti di questa materia che ti suggeriamo di rivolgerti se credi di avere a che fare con un bambino che presenta caratteristiche che sembrano ricondurre ai DSL. L’intervento precoce è un punto a favore della possibilità di recupero. Lo specialista può accompagnare il bambino a migliorare le proprie abilità di linguaggio attraversi il gioco prima ancora che una disparità con il gruppo di coetanei possa sovrapporsi anche a effetti sull’autostima del bambino.
Il ritardo di linguaggio
Tra i DSL più frequenti segnaliamo il ritardo di linguaggio. Che in realtà possiamo considerare l’anticamera di un vero e proprio Disturbo Specifico di Linguaggio, ma che spesso si manifesta come fenomeno a sé stante.
Questo ritardo si presenta come un evidente e riscontrabile rallentamento dello sviluppo linguistico. È rintracciabile già dai 18/30 mesi, momento in cui si può iniziare a valutare se l’accesso al linguaggiopresenta un rallentamento o qualche anomalia.
Caratteristiche di questo ritardo possono essere il mancato completamento di una frase intero o uno sviluppo fonologico più immaturo. In questi casi il linguaggio diviene anche poco comprensibile, la comunicazione verbale diventa difficoltosa non solo con il gruppo di pari della stessa età, ma anche con gli adulti.
Anche se non sempre il ritardo di linguaggio si trasforma in DSL ma può essere recuperato senza lasciare alcun strascico è importante riconoscerlo e monitorarlo. Ribadiamo che la diagnosi precoce può essere la prima discriminante tra un ritardo che viene recuperato e uno che avanza.
Il Disturbo Specifico di Linguaggio
I veri e propri Disturbi Specifici del Linguaggio possono apparentemente sembrare simili al ritardo di linguaggio, ma sono più marcati. Ad esempio la comparsa delle parole è mancante o del tutto alterata, la produzione dei suoni caratteristica delle competenze fonologiche si presentano molto difficoltose, così come le competenze di vocabolario e lessicali e le competenze morfo-sintattiche, che fanno riferimento alla costruzione della frase.
È bene ricordare che i Disturbi Specifici del Linguaggio si possono interferire anche con la sfera cognitiva e psicologica, per cui è possibile notare anche dei quadri comportamentali differenti rispetto a quanto generalmente viene considerata la norma. L’area relazionale è strettamente legata all’area verbale e linguistica, pertanto non stupisce che i disturbi del linguaggio sconfinino modificando gli avanzamenti anche in questi aspetti.
Per dare maggiore contezza delle caratteristiche del Disturbo Specifico di Linguaggio è utile indicarne alcune in un breve elenco:
- uso prolungato della parola-frase( anche fino ai 4 anni)
- la struttura frastica atipica, con un ordine anomalo delle parole
- l’uso assente o improprio dei funzionali ( articoli e preposizioni)
- molte difficoltà nella coordinazione delle diverse parti del discorso ed in particolare un uso improprio del verbo, dove si prediligono le forme infinitive e di participio
In ogni caso una definizione di DSL univoca e che possa contenere tutte le sfumature e le possibili declinazioni in un’unica etichetta è davvero difficile, pertanto ci si deve aprire ad uno sguardo ampio, che abbracci anche o quadri diversi e non omogenei che investono uno o più aspetti linguistici, sia nella comprensione che nella produzione verbale.
In qualsiasi caso un intervento logopedico non è solo utile ma necessario e vivamente consigliato. Tale intervento deve essere avviato con sufficiente celerità per evitare che le complicazioni si acuiscano e che gli apprendimenti verbali non possano essere recuperati.
Disturbi del Linguaggio e insegnante di sostegno
Ma qual è il ruolo della scuola nel supporto ai Disturbi Specifici del Linguaggio.
La presenza di un’alterazione nella pronuncia dei suoni, il riscontro di una lentezza anomala nell’evoluzione e nell’apprendimento della struttura della lingua devono essere valutate in primis da uno specialista, come abbiamo evidenziato poco sopra.
Lo specialista sarà in grado di appurare se questo ritardo o disturbo è dato da un vero e proprio DSL oppure da un altro tipo di disagio, più legato all’area relazionale e comportamentale, ad esempio:
- la difficoltà ad essere più autonomo
- la risposta ad una richiesta pressante a parlare
- la regressione per la nascita di un fratellino
- il voler restare più piccolo
- la risposta ad un disagio psicologico familiare Anche in questi casi non si deve lasciare al caso la gestione di questi segnali, ma rivolgersi a uno specialista, uno psicologo o un psicoterapeuta dell’età evolutiva sono senz’altro le figure giuste per supportare il bambino o la bambina, al di fuori del contesto scolastico. All’interno del contesto scolastico potrà essere l’insegnante di sostengo a dare un sostegno notevole e proficuo, sia per il diritto interessato che per la classe e la famiglia coinvolta.
Disturbo del linguaggio e diagnosi
Abbiamo parlato di specialisti e diagnosi, ed è un tema che ci sta a cuore e su cui vogliamo soffermarci ulteriormente. Non si può prescindere dall’osservazione diagnostica approfondita. Solo tramite questo percorso si può essere certi di invidiare non solo la tipologia di problema (sia esso disturbo del linguaggio classificabile come DSL o altro problema di natura cognitiva, fisiologica o relazionale) ma anche i percorsi di recupero e aiuto più adatti al bambino e al contesto.
Non solo i DSL non sono tutti uguali, ma neanche i bambini e le bambine che li manifestano. La scuola che possa mettere a disposizione di questi alunni insegnanti di sostegno per disturbi del linguaggio deve tenere conto di questa personalizzazione vitale del percorso di supporto. L’insegnante di sostegno potrà interfacciarsi con altri specialisti, quali lo psicologo, il neuropsichiatra infantile, il logopedista e pedagogista. Il bilancio logopedidco è importante, ma non deve escludere la comprensione di tutta l’ampia gamma di conseguenze che può riversare sulla condizione del bambino. Tutti questi specialisti possono dare grande contributo nell’individuazione di una strategia che sappia intervenire sulla sfera emotiva e relazionale e sull’incidenza delle difficoltà nell’apprendimento scolastico in modo efficace. Saranno soprattutto gli insegnanti e le insegnanti della scuola primaria a trovarsi di fronte ai DSL, e a porre all’attenzione dei colleghi insegnanti, ma soprattutto della famiglia, eventuali problemi che possano sorgere, ad esempio nei processi di apprendimento o relazionali nei primi anni di scuola.
È da tenere in considerazione il fatto che quello che negli anni successivi viene classificato sovente come Disturbo Specifico di Apprendimento in realtà è un Disturbo Specifico di Linguaggio che non è stato diagnosticato per tempo o non trattato con le giuste modalità e strategie.
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