Funzionamento cognitivo limite: cos’è e come si riconosce

funzionamento intellettivo limite

Parliamo del Funzionamento Cognitivo Limite, un deficit cognitivo che si può riscontrare in alcuni alunni, specialmente quelli che – secondo gli standard che vengono ancora tenuti in considerazione ma che possono suscitare ragionevoli dubbi – non hanno un alto Quoziente Intellettivo. In questo articolo parleremo di questo deficit, consapevoli che si tratta di un tema delicato, che tuttora è al centro di dibattiti tra studiosi, alcuni dei qauli ravvisano alcune criticità. Ma proseguiamo, nei prossimi paragrafi chiariremo meglio la definizione di Funzionamento Cognitivo Limite e come viene affrontato nel contesto scolastico.

Il Funzionamento Cognitivo Limite

Una definizione del Funzionamento Cognitivo Limite indica che questo deficit cognitivo corrisponde a un ritardo mentale, quantificabile in un limite dell’indice di QI, ovvero un QI di 70/85 punti (un’intelligenza normale si colloca tra i 90 e 110 punti). Per aiutarti a comprendere come viene riconosciuto il Funzionamento Cognitivo Limite faremo un esempio, raccontando una storia inventata.

Daniela ha 8 anni e frequenta la terza elementare. Gli insegnanti si sono resi conto che Daniela impiega molto tempo per comprendere i concetti che i suoi compagni afferrando in minor tempo, e a volte questi concetti non sono del tutto appresi. Daniela non ha alcun problema di ritmo di apprendimento o di espressione di concetti che non prevedono l’uso delle doti astrattive. Nella scrittura e nella lettura sembra rimasta indietro, con le stesse difficoltà che potrebbe riscontrare un’alunna appena entrata in seconda elementare. La sua attenzione è scarsa, flebile, poco costante.

Daniela usa un linguaggio povero per la sua età, è insofferente nei confronti di attività complesse, si annoia facilmente e da segni di scontento, abbandonando il compito con l’umore a terra. Sottoposta a un test su QI Daniela riscontra un quoziente di 76 punti, rientra dunque a pieno titolo nel Funzionamento Cognitivo Limite.

Funzionamento Intellettivo Limite

La definizione corretta è quella di Funzionamento Cognitivo Limite, ma in alcuni contesti viene utilizzato anche Funzionamento Intellettivo Limite, perchè si fa riferimento al dato del Quoziente Intellettivo. Prima ancora di addentrarci in questo tema vogliamo spiegare perchè abbiamo mostrato dei tentennamenti iniziali nell’approfondire l’argomento del funzionamento intellettivo limite e della sua misurazione.

Il Quoziente Intellettivo è un indica alquanto discutibile, perchè incasella gli esseri umano all’interno di etichette e misurazioni che non saranno mai in grado di cogliere le sfumature di diversi tipi di intelligenza che convivono all’interno di un individuo (anche di quelli che mostrano un QI basso). Eppure questi test esistono, e se ti interessa il tema per dovere di cronaca dobbiamo menzionarli.

I test per il Quoziente Intellettivo sono costituiti da diverse prove che vengono affinate in seguito a studi di valutazione condotti su campioni della popolazione. Le prove così selezionate sono molto eterogenee per rispondere alle molteplici sfaccettature dell’intelligenza, concetto tutt’altro che riconducibile ad un’unica definizione. Il funzionamento intellettivo limite, però, è caratterizzato non soltanto da un valore numerico come il Quoziente Intellettivo ma anche da una più o meno significativa limitazione del funzionamento adattivo.

Il funzionamento adattivo indica i comportamenti che l’individuo mette in campo per adattarsi al contesto in cui si trova e in cui vive, è l’insieme delle modalità di risposta agli stimoli ambientali, e la risultante dell’analisi, elaborazione e infine risposta comportamentale che viene considerata più adatta.

Quindi, quando parliamo di Funzionamento Cognitivo Limite non stiamo parlando soltanto di difficoltà a scuola, a leggere, scrivere o far di conto, ma di una problematicità ben più ampia, che può avere conseguenze in ambiti quali l’autonomia personale, la comunicazione, la cura di se stessi, le abilità sociali, le abilità accademico-scolastiche, le abilità lavorative, la capacità di usare le risorse della comunità o le abilità relative alla gestione del tempo libero.

Il Funzionamento Cognitivo Limite a scuola

Ritorniamo all’esempio di Daniela. Abbiamo visto come il Funzionamento Cognitivo Limite in questo caso sia stato di facile riscontro a scuola, dove il calo dell’attenzione si fa ancora più evidente che nel contesto della famiglia. Oltre al calo dell’attenzione è stato riscontrato anche un comportamento oppositivo e un abbassamento della stima di sé, che in alcuni casi si trasforma anche in episodi depressivi.

Come si evince da quanto detto finora, il quadro generale è molto eterogeneo, contraddistinto da una ipoevoluzione nell’organizzazione cognitiva, immaturità psicoaffettiva e difficoltà ad acquisire un pensiero flessibile fondamentale per risolvere operazioni mentali complesse, a scuola come nella vita. Alcuni studenti e studentesse alle prese con le caratteristiche conseguenze del FIL (sigla di Funzionamento Cognitivo Limite) mostrano una compromissione dell’area del linguaggio, che si riflette su tutti gli apprendimenti scolastici.

Dunque Daniela non ha un solo unico e facilmente riconoscibile problema, ma ne ha tanti, piccoli e diversi, nessuno così grave da destare il sospetto della presenza di una qualche disabilità. Proprio per questo il Funzionamento Cognitivo Limite sembra essere particolarmente pericoloso, perchè solitamente questi problemi vengono sottovalutati, sminuiti e trascurati, con il rischio che il bambino o la bambina in frequente contatto con la gestione degli insuccessi causati da questo quadro clinico tendano a stabilizzare un’immagine di sé fallimentare su tutti i fronti. È vero che si tratta, spesso, di disturbi lievi, ma non per questo trascurabili.

Crescendo questi bambini riescono ad adattarsi meglio alle richieste ambientali e diventano adulti che mostrano poco gli effetti e le conseguenze di un Funzionamento Cognitivo Limite. Si tratta sovente di situazioni limite, per le quali i professionisti spesso fanno spallucce e ritengono che “non ne valga la pena”.

Invece i bambini e le bambine che vengono aiutati apprendono e sono in grado di gestire abilità di strategiche di pensiero, grazie alle quali possono accrescere e facilitare lo sviluppo della metacognizione, la conquista di una modalità operativa autonoma nelle attività didattiche o l’acquisizione di maggiore sicurezza personale.

Questi traguardi potrebbero essere solo solo alcuni di quelli che gli studenti seguiti possono raggiungere con successo. Il Funzionamento Cognitivo Limite è considerato BES e per questo i bambini e le bambine a cui viene riscontrato possono accedere al sostegno. Secondo quanto riportato nella Circolare Ministeriale del 06/03/2013, il FIL non rientra in quelle condizioni per cui è possibile applicare la legge 104/92 con conseguente assegnazione dell’insegnante di sostegno.

In caso di alunni con FIL la scuola può avvalersi della normativa dei Bisogni Educativi Speciali (BES) e formulare un Piano Didattico Personalizzato(PDP) sulla base delle caratteristiche neuropsicologiche dell’alunno. È molto importante che la scuola adotti tutte le strategie necessarie a favorire il successo scolastico di questi alunni in quanto il FIL è associato ad un alto rischio di abbandono scolastico.

La valutazione del FIL

Un’adeguata procedura di valutazione dovrebbe essere articolata in più fasi:

  • Raccolta dei dati anamnestici e di informazioni nelle principali aree di sviluppo del soggetto
  • Valutazione del funzionamento intellettivo
  • Valutazione del funzionamento adattivo
  • Valutazione degli aspetti emotivi, affettivi e di personalità
  • Valutazione dei contesti di vita per individuare eventuali barriere e facilitatori che possano influenzare gli interventi di potenziamento
  • Definizione dei supporti specifici per ogni contesto di vita (familiare, scolastico e sociale)

Oltre al lavoro diretto con il soggetto, mediante attività di potenziamento degli aspetti cognitivi, emotivi e relazionali risultati deficitari dalla valutazione e ad attività di supporto allo studio specializzato, l’intervento dovrebbe coinvolgere anche la famiglia e la scuola. Infatti, si consiglia di fornire informazioni alla famiglia e alla scuola in merito al profilo del soggetto, alle difficoltà che egli potrebbe riscontrare e ai supporti da adottare per fronteggiare tali difficoltà.

Credits foto in evidenza: Pexels – di Andrea Piacquadio