Quali sono i requisiti per l’accesso al pubblico impiego?

Lavorare nel pubblico

Quali sono i requisiti di accesso al pubblico impiego? Questa domanda è la domanda principale che ogni candidato si pone prima ancora di diventare candidato, ovvero quando consulta il bando per comprendere se possiede i requisiti richiesti per inviare domanda di partecipazione e quindi affrontare le prove concorsuali. I bandi di solito contengono indicazioni in merito ai requisiti specifici, che cambiano in base al settore disciplinare e professionale a cui sono destinati, e i requisiti generali che sono simili se non identici per tutti i concorsi pubblici. In questo articolo parleremo adeguatamente dei requisiti generici, e nella seconda parte ci concentreremo sui requisiti di conoscenza del diritto amministrativo che sono di grande importanza per il tema requisiti accesso pubblico impiego.

Requisiti per lavorare nel pubblico: generici

Cosa studiare per i concorsi pubbliciI requisiti generici richiesti per l’accesso ai concorsi pubblici indicati nei bandi sono:

  • Cittadinanza italiana o cittadinanza di uno degli stati membri dell’Unione Europea; ai sensi dell’art. 38 D.Lgs. 165/01 e s.m.i, possono partecipare: i cittadini italiani o i cittadini di uno degli Stati Membri dell’Unione Europea e i loro famigliari non aventi la cittadinanza di uno stato membro, che siano titolari del diritto di soggiorno oppure i cittadini di paesi terzi che siano titolari del permesso di soggiorno UE o che siano titolari dello status di rifugiato ovvero dello stato di protezione sussidiaria (ai candidati non italiani è in ogni caso richiesta un’adeguata conoscenza della lingua italiana);
  • Età non inferiore a 18 anni;
  • Idoneità fisica allo svolgimento delle mansioni proprie del posto da ricoprire. L’Amministrazione ha facoltà di sottoporre a visita medica di controllo il vincitore del concorso, in base alla normativa vigente;
  • Godimento dei diritti civili e politici;
  • Non possono accedere agli impieghi gli esclusi dall’elettorato politico attivo e i destituiti o dispensati dall’impiego presso una Pubblica Amministrazione, per persistente insufficiente rendimento, o dichiarati decaduti da un impiego statale;
  • Non aver riportato condanne penali e non avere procedimenti penali pendenti che impediscano, ai sensi delle vigenti disposizioni in materia, la costituzione del rapporto d’impiego con la Pubblica Amministrazione;
  • Non aver subito condanne penali, anche con sentenza non passata in giudicato, per i reati previsti nel capo I del titolo II del libro secondo del codice penale, ai sensi dell’art. 35 bis D.Lgs. 165/01;
  • Posizione regolare nei confronti dell’obbligo di leva per i candidati di sesso maschile nati entro il 31.12.1985, ai sensi dell’art. 1 Legge 23.08.2004 n. 226.

Per quanto riguarda le competenze di base, ai candidati generalmente vengono richieste:

  • Conoscenza di base di una lingua straniera a scelta del candidato
  • Conoscenza dell’uso delle apparecchiature informatiche e dei software più diffusi

I concorsi pubblici, soprattutto i concorsi per lavorare nel pubblico, rappresentano un’importante modalità di inserimento nel mondo del lavoro all’interno di ruoli di una certa rilevanza e che godono anche di buone tutele. Ma quali sono le prove concorsuali e come prepararsi? Uno degli aspetti che preoccupa maggiormente i candidati riguarda il diritto amministrativo. Per questo nei paragrafi successivi faremo un approfondimento su questa materia e su come si presenta nelle prove dei concorsi pubblici, essendo uno dei maggiori requisiti per accesso pubblico impiego.

Cosa studiare per i concorsi pubblici: diritto amministrativo

Lavorare nel pubblico è il tuo sogno, per cui saprà già bene che non puoi sfuggire dalla conoscenza del diritto amministrativo, considerato un valido requisito per il pubblico impiego e per svolgere la professione in modo adeguato. Questa materia è regolarmente inserita nei concorsi pubblici, come quello per gli assistenti giudiziari, per la dirigenza del settore scolastico, ma anche per la selezione e qualifica di Agente di Polizia Municipale o per alcune qualifiche nella Polizia di Stato (Commissari o Vice-Ispettori). Proprio per l’importanza di questa materia sono disponibili moltissimi manuali per lo studio del diritto amministrativo. Ovviamente dipende dal tipo di concorso quanto sarà necessario approfondire o meno la materia. A volte sono richieste nozioni basilari, altre una conoscenza più piena. Un altro aspetto da considerare è la tipologia di argomenti, anche questi dettagli sono spesso contenuti ed esplicitati all’interno del bando di concorso. Come requisiti di accesso pubblico impiego, ad esempio, può essere richiesta una conoscenza del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici o la disciplina del procedimento amministrativo. In questo caso riteniamo che sia sempre preferibile studiare con maggiore attenzione queste tematiche, di modo da poterle argomentare in sede di colloquio.

Concorsi per lavorare nel pubblico: le domande

concorsi per lavorare nel pubblicoAffrontare un concorso pubblico può sembrare davvero una prova difficile e complessa. I concorsi pubblici prevedono prove concorsuali diverse, dalla preselettiva alla scritta, e infine la prova orale. La valutazione della conoscenza di una materia, come ad esempio il diritto amministrativo di cui abbiamo già parlato, è normalmente effettuata tramite prove a quiz, almeno nelle prime fasi del concorso. Nelle preselezioni la regola è quella dei quesiti a risposta multipla, con la classica domanda corredata da 3 o 4 alternative di risposta. La modalità cambia invece per la prova scritta che segue la preselettiva, in cui le domande prevedono le risposte aperte, che lasciano ampio margine di spiegazione. Quando all’interno delle prove di accesso al pubblico impiego vengono poste domande di diritto amministrativo di solito seguono queste modalità: alla domanda deve seguire l’illustrazione dell’istituto in circa 15/20 righe. Le domande raramente sono molto specifiche, più generalmente lasciano spazio alla possibilità di argomentare anche con un testo più lungo, mai anche la sintesi è importante. Non ci stanno chiedendo di fare un tema o un trattato ma di rispondere a qui quesito. L’abilità del candidato sta proprio nel dimostrare di aver colto la natura del quesito e la sua risoluzione senza dover sciorinare tutto la sua conoscenza. Per dare un esempio concreto di quanto abbiamo detto finora ecco qui sotto una domanda e una risposta esplicativa, che contribuisce a far capire come organizzare la risposta ai quesiti di diritto amministrativo, la cui conoscenza è considerata uno dei più importanti requisiti per lavorare nel pubblico.

ESEMPIO: Come può essere qualificato il rapporto di pubblico impiego?

Il dipendente pubblico è una persona fisica il cui rapporto di lavoro comporta il fatto che si impegni, volontariamente e dietro corrispettivo, a prestare in modo continuativo la propria attività lavorativa alle dipendenze di un’amministrazione pubblica, assumendo in tal modo lo status di lavoratore pubblico con i connessi e peculiari diritti e doveri reciproci nei riguardi dell’amministrazione datrice di lavoro. In argomento, è ritenuta basilare la sentenza n. 618 del 17-2-1975 delle Sezioni Unite della Cassazione, che ha riconosciuto sussistere il rapporto di pubblico impiego in presenza di alcune specifiche condizioni: che l’ente datore di lavoro sia pubblico, per cui non è rapporto di pubblico impiego quello alle dipendenze di un concessionario o di un appaltatore della pubblica amministrazione; che i compiti affidati al lavoratore attengano ai fini istituzionali dell’ente-datore di lavoro, mentre tali non sono quelli relativi ad esigenze eccezionali o prestazioni marginali (es.: pulizie in ufficio); che l’assunzione avvenga per prestazioni continuative e durevoli; che vi sia predeterminazione della retribuzione; che sussista un atto di nomina. A tale ultimo proposito, tuttavia, in un secondo momento la stessa Corte (Cass., Sez. Un., 21-6-1995, n. 7014) ha ritenuto che, anche senza atto formale di nomina, il rapporto sussiste ugualmente ove risulti il carattere non occasionale e continuativo dell’inserimento del lavoratore subordinato nella struttura pubblica. Il Testo unico del pubblico impiego, approvato con D.Lgs. 165/2001) ha poi radicalmente innovato al riguardo, sancendo che i rapporti individuali di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche privatizzate sono regolati contrattualmente.

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