Tatuaggi e concorsi pubblici: cosa c’è da sapere

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I tatuaggi nei concorsi sono considerati elemento negativo e pertanto possono inficiare la partecipazione di un candidato. È un’ottima domanda, a cui possiamo rispondere soltanto citando le leggi che hanno trattato questo argomento, ponendo dei paletti e poi rimuovendoli a seconda della tipologia di concorso, della posizione del tatuaggio o di altri requisiti ed elementi caratterizzanti. Per affrontare al meglio questo tema parleremo brevemente del trattamento riservato alle persone tatuate anche al di fuori dei concorsi. In secondo luogo dedicheremo spazio alle sentenze e alle indicazioni di legge riguardanti tatuaggi e concorsi forze armate e non solo. Se hai sulla pelle i segni d’inchiostro di un tatuaggio e vuoi candidarti a un concorso ti invitiamo a leggere.

Tatuaggi, concorsi e percezione sociale

I tatuaggi, o forse sarebbe più opportuno dire “le persone tatuate”, ricevono un trattamento diverso nei vari contesti in cui si inseriscono, rispetto alle persone non tatuate? I tatuaggi sono una scelta quasi del tutto irriversibile. Anche se sono lontani i tempi in cui venivano associati solo ed esclusivamente a stereotipi negativi – come Quelli negativi come promiscuità, uso di droghe, crimine ecc – non è che adesso vengano considerati un’opera d’arte. Il modo di approcciarsi a questa scelta è ancora elemento di discussione, sia in ambito di reclutamento professionale, sia in ambito concorsuale. Il tema tatuaggi e concorsi pubblici riempie i dibattiti e anche le ricerche sul web, che mostrano centinaia di articoli con mille declinazioni possibili sul trattamento riservato alle persone tutate ai concorsi pubblici, e soprattutto ai tatuaggi nei concorsi delle forze armate.

Il problema non è così marginale, vista l’enorme percentuale di persone tatuate a livello nazionale ed europeo. Mentre prima il tatuaggio era regalato in alcuni gruppi sociali specifici, connessi a professioni marittime o addirittura alla malavita, attualmente circa il 13% della popolazione italiana ha almeno un tatuaggio, soprattutto donne tra i 35 e i 44 anni.

La questione della discriminazione delle persone tatuate è interessante soprattutto in ambito professionale, e quindi di conseguenza anche rispetto ai concorsi pubblici. L’interesse è dato dal fatto che la discriminante spesso. Non corrisponde a un dato assoluto, ma a una valutazione soggettiva. Difatti, come vedremo, la legge non pone un’indicazione precisa una volta per tutte, se non per alcune categorie. Per esempio la partecipazione ai concorsi per le forze armate con tatuaggi è sicuramente vietata per ovvie ragioni, ma per gli altri concorsi una regola valida univocamente non è sempre data.

Il tatuaggio è una scelta razionale?

Sembra una domanda assurda, perché in effetti se qualcuno sceglie di tatuarsi lo fa con la propria testa. Eppure non è sempre detto che questa decisione si possa considerare pienamente razionale. Perché? Perché per essere razionale una decisione individuale richiede tre condizioni: che la persona che prende la decisione sia in quel momento in grado di valutare le conseguenze delle sue azioni in modo lucido e più ampio possibile, che sia in grado di ordinare queste conseguenze in modo coerente e che sappia scegliere in modo tale da massimizzare l’utilità che ne deriva.

Forse non tutti coloro che scelgono di farsi tatuare sono consapevole sufficientemente del grado di discriminazione a cui andranno incontro, oppure ne sono al corrente ma preferiscono rivendicare liberamente la propria identità? La scelta dell’identità, nel secondo caso, può rappresentare la più importante decisione “economica” che un individuo possa prendere”, perché consapevole che andrà incontro a una limitazione delle opportunità di lavoro, ma ciononostante preferisce perseguire nelle sue scelte identitarie.

Tatuaggi e concorsi pubblici e concorsi forze armate

I tatuaggi nei concorsi pubblici sono ben accetti o no? Dipende. Sappiamo che tendenzialmente se il tatuaggio è ben coperto non dovrebbero esserci problemi. Quindi una buona regola è vestirsi bene ai concorsi, di qualsiasi tipo, tenendo presente che l’abbigliamento segue i movimenti del corpo e che un abbigliamento “corto” è più facile possa scoprire tratti di pelle non coperti. Tenente sempre presente anche la finalità della prova. Ci sono concorsi in cui può essere richiesta la verifica dell’oggettiva visibilità di un tatuaggio, ad esempio dove si prefiguri che questo sia visibile con l’abbigliamento d’ordinanza, se quest’ultimo è di misura ridotta.

Anche se parliamo di concorsi forza armate e tatuaggi dobbiamo partire dal presupposto che avere un tatuaggio non è a priori motivo di esclusione dai concorsi, dato che essere esclusi dipende sia dal posizione del corpo in cui si trova il tatuaggio sia dall’immagine che ritrae.

C’è una specifica normativa in materia, ovvero la Direttiva sulla Regolamentazione dell’applicazione di tatuaggi da parte del personale militare del 26 luglio 2012. Questa normativa è di grande interesse perché spiega meglio a cosa sono finalizzati i criteri di ammissione o non ammissione dei tatuaggi, ovvero:

  • tutelare e salvaguardare l’uniforme e in generale onorare il Corpo per il quale si concorre
  • evitare, negli scenari operativi dove è necessario l’anonimato, che gli appartenenti al Corpo possano essere facilmente riconoscibili
  • evitare, nelle missioni all’estero, di ingenerare un senso di diffidenza/discredito da parte di appartenenti ad altri Paesi che, per motivazioni religiose o culturali, disapprovino la pratica dei tatuaggi

L’ammissione o meno dipende, ma quasi sempre si ammettono i tatuaggi che non sono visibili quando si indossa l’uniforme.

Nello specifico, non comportano l’esclusione i tatuaggi fatti su:

  • petto
  • gambe
  • spalle

Sei contento? Magari hai un tatuaggio proprio in una di queste parti. Però non cantare subito vittoria, perché come abbiamo detto prima anche per altri concorsi pubblici è quasi sempre prevista una valutazione ulteriore durante le visite mediche. Se il tatuaggio è in una delle parti consentite può comunque comportare l’esclusione se presenta un contenuto inadeguato al ruolo, ovvero:

  • disegni osceni, cioè quelli che offendono il pudore, la decenza, il decoro e la convenienza, risultando ripugnanti e volgari
  • tatuaggi con riferimenti sessuali, ovvero quelli che, oltre ad avere contenuti lussuriosi, libidinosi o amorali, tendono a discriminare gli individui sulla base delle tendenze sessuali
  • messaggi razzisti con disegni che tendono ad esaltare una razza o una religione, dato che esprimono discredito o intolleranza verso persone in base alla razza, all’etnia, all’origine nazionale, al sesso o alla religione professata
  • tatuaggi che possono portare discredito alle Istituzioni delloStato ed alle Forze Armate, disegni palesemente in opposizione alla Costituzione o alle leggi dello Stato Italiano e con riferimenti all’appartenenza a gruppi politici, associazioni criminali o a delinquere

Rimozione tatuaggio per concorsi

Quindi, se fino ad ora abbiamo detto che i tatuaggi nei concorsi per le forze armate sono ammessi, se considerati idonei e non offensivi, in determinate parti del corpo, è abbastanza facile comprendere quali sono le posizioni in cui i tatuaggi non sono consentiti, pena l’esclusione dai Concorsi Forze Armate. Queste posizioni corrispondo alle seguenti parti del corpo:

  • braccia
  • polsi
  • mani
  • collo
  • volto

Se hai un tatuaggio in una di queste parti del corpo puoi eliminarlo o rimuoverlo, ma non dopo l’esclusione, assolutamente prima. Visto che la rimozione richiede del tempo valuta con quali tempistiche procedere, secondo le regole vigenti, infatti, non è possibile essere riammessi al medesimo concorso dopo essere stati scartati per la presenza di tatuaggi.

Se però reputi di essere stato escluso per una valutazione erronea della commissione puoi sempre presentare ricorso entro trenta giorni dalla data di ricezione della notifica del provvedimento che ti dichiara non idoneo.

Il ricorso non è un gioco da ragazzi, devi essere certo di avere le prove e valide motivazioni per richiederlo. E se sei in buona fede molto probabilmente lo otterrai.

Il ricorso va adeguatamente motivato, per questo può essere necessario l’ausilio di un avvocato specializzato nel settore dei concorsi pubblici che sappia individuare con precisione i motivi intrinseci del provvedimento di esclusione che si intende impugnare.

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