Con la laurea triennale si può insegnare? Ecco cosa sapere

insegnare con laurea triennale

Il tema tocca da vicino moltissimi: con la laurea triennale si può insegnare? Per quanto possa sembrare lapidaria la risposta vogliamo essere chiari e sintetici, quindi eccola: l’insegnamento con la laurea triennale è possibile solo come supplente tramite la MAD, ottenendo contratti per periodi inferiori all’anno, ma non si potrà mai concorrere per ottenere una cattedra, per la quale servirà la laurea specialistica/magistrale e l’abilitazione all’insegnamento, ovvero aver partecipato ai relativi concorsi.
Questo argomento ci rimanda direttamente a una questione adesso molto sentita: la riforma del reclutamento docenti, che riguarda tutte le possibilità di ottenere una posizione da insegnante. Vediamo in cosa consiste.

Con laurea triennale si può insegnare?

Abbiamo  già risposto alla domanda relativa all’insegnamento e laurea triennale, ma la utilizzeremo come apripista per i prossimi chiarimenti che vogliamo offrire rispetto alle modalità di reclutamento insegnati nel 2024. Le regole cambiano costantemente, quindi per dare una risposta davvero esaustiva dobbiamo conoscere bene il quadro legislativo di riferimento. Ma bando alle ciance: insegnare con laurea triennale nella scuola pubblica è possibile solo in un modo, ossia tramite supplenze, del periodo inferiore a 12 mesi, presso un istituto secondario, medie o superiori, che ne abbia bisogno. Appurato ciò andiamo avanti e tracciamo i contorni dei cambiamenti avvenuti quest’anno. Il decreto PNRR 2 convertito in legge ha introdotto importanti novità nel testo della riforma del reclutamento docenti. Le regole riguardano in particolare modo la formazione iniziale – quindi anche la possibilità di insegnare alle superiori con laurea triennale o meno – ma anche le modalità di concorso scuola e di abilitazione per diventare docente e accedere alla posizione di ruolo.

Riforma reclutamento docenti

insegnare alle superiori con laurea triennaleDal momento della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, il decreto PNRR 2 (legge di conversione del decreto elaborato dal Governo per accelerare la realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ha fatto parlare di sè.

All’interno del decreto PNRR 2 sono contenute anche informazioni preziose per quanto riguarda la riforma della scuola, l’arruolamento dei docenti e la formazione obbligatoria che devono intraprendere per giungere all’abilitazione e all’insegnamento. Tali regole sono valide da giugno 2022 e sono tuttora in vigore. Qualche regola era già stata rivista e ne era stata data notizia precedentemente, ma si tratta di provvedimenti che hanno subito modifiche e cambiamenti, per questo è importante adesso sapere quali sono le nuove regole di accesso alla carriera di docente, anche per capire è possibile insegnare con la laurea triennale.

Ma quali sono gli obiettivi principali delle riforme e in particolare dell’ultimo decreto PNRR 2? Eccole, a grandi linee:

  • introdurre percorsi certi per chi vuole insegnare,
  • definire più chiaramente degli obiettivi e delle modalità della formazione degli insegnanti durante tutto il loro percorso lavorativo
  • stabilire concorsi annuali per rendere costante il reclutamento del personale docente
  • favorire l’accesso dei giovani all’insegnamento. I bandi saranno aperti anche ai precari con 3 anni di servizio

Questi sono gli obiettivi, ma ci è utile tracciare un elenco dei punti principali, per approfondire le regole più importanti, alcune delle quali riguardano la formazione iniziale. Forse scopriremo se ci sono novità in merito alla possibilità di insegnare alle superiori con laurea triennale? Vediamo.

Con la triennale si può insegnare? Formazione iniziale

Il sistema di formazione iniziale degli insegnanti è uno dei punti più importanti. Non poteva essere altrimenti. Dalla formazione dei futuri docenti dipende buona parte della loro capacità di svolgere al meglio la professione. Come si è espresso il decreto PNRR 2 in merito? Questo è quanto è stato riportato:

Il sistema di formazione iniziale e accesso ai ruoli a tempo indeterminato del personale docente è articolato in – un percorso universitario e accademico abilitante di formazione iniziale e prova finale corrispondente ad almeno 60 crediti formativi universitari (CFU) o accademici (CFA), da svolgere dopo la laurea o durante il percorso formativo, per acquisire le competenze teorico-pratiche; – un concorso pubblico nazionale, indetto su base regionale o interregionale con cadenza annuale (qui tutte le informazioni); – un periodo di prova in servizio di un anno con test finale e valutazione conclusiva (qui il decreto MIUR con il regolamento);

Per percorsi universitari si intendono percorsi accademici di formazione iniziale a cui si può accedere dopo la laurea oppure durante il percorso formativo in aggiunta ai crediti necessari per il conseguimento del proprio titolo (triennale, magistrale o ciclo unico). Quindi viene inclusa anche la laurea triennale, alla quale vengono richiesti però questi 60 crediti specifici ottenuti con l’acquisizione di competenze teorico-pratiche. Il periodo di formazione iniziale comprende anche un periodo di tirocinio presso le scuole.

Insegnare alle superiori con laurea triennale

Però ricordiamoci quanto detto sopra, e questo non cambia in realtà. Non vogliamo darvi false speranze. Nonostante i cambiamenti e le riforme resta invariato il fatto che per insegnare alle superiori con la laurea triennale si può soltanto fare la Messa a Disposizione. Ovvero è possibile autocandidarsi per ruoli di supplenze, per i quali non sono richiesti e i requisiti richiesti a coloro che concorrono per graduatorie e concorsi. La Messa a disposizione permette di non dover affrontare concorso scuola ma di passare direttamente all’azione. La laurea triennale, infatti, non ha classi di concorso. Ci si può candidare chiaramente per la classe di concorso più vicina al proprio titolo di studio. Ad esempio, se si è laureati in matematica, si potrà indicare la classe A26 o A28. Se si è laureati in lettere, si potrà indicare la A22 o la A12. Ma c’è una limitazione ovviamente, non si sarà mai veramente abilitati a insegnare con una posizione di ruolo, si resterà soltanto nella condizione di supplenza. Certo, si inizia a fare esperienza, ma per concretizzare e rinsaldare la posizione serve altro, la magistrale oppure anni di esperienza di servizio.

Abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie

con la triennale si può insegnare alle superioriPer coloro che invece intraprendono l’iter regolare le cose sono leggermente cambiate, le modalità sono state semplificate. Ad esempio, è possibile ottenere il conseguimento dell’abilitazione in altre classi di concorso o gradi di istruzione per i docenti in possesso di abilitazione su altra classe di concorso o su altro grado di istruzione, o di specializzazione sul sostegno, mediante l’acquisizione di 30 crediti formativi universitari o accademici del percorso universitario e accademico di formazione iniziale, di cui 20 crediti nell’ambito delle metodologie e tecnologie didattiche applicate alle discipline di riferimento e gli altri 10 di tirocinio diretto. Questa abilitazione è necessaria per partecipare ai concorsi, che hanno cadenza annuale, e servono a coprire il numero delle cattedre vacanti (quindi solo i posti disponibili) e per velocizzare l’immissione in ruolo di chi vuole insegnare. S

empre per restare nel tema, si può partecipare al concorso, se si è insegnanti precari, con almeno 3 anni di servizio, anche non continuativi, nei 5 anni precedenti, di cui almeno uno nella specifica classe di concorso o nella tipologia di posto per la quale intendono concorrere. Per passare definitivamente di ruolo è previsto un periodo annuale, a cui segue una valutazione delle competenze didattiche. La buona valutazione corrisponde alla realizzazione del sogno di una vita: l’immissione in ruolo.

Nuove regole: concorso scuola, annualità di servizio e altro

Ovviamente un decreto così importante contiene tantissime informazioni, e non possiamo trascurare le più importanti, anche se leggermente esulano dal tema del nostro articolo. Per esempio, sono state modificate le modalità di prova scritta del concorso, che non vedrà più utilizzato il test a risposta multipla ma le domande a risposta aperta. Cambiamenti imminenti anche sul fronte della annualità di servizio per i precari non abilitati.

Coloro che possiedono 3 annualità di servizio e abbiamo vinto il concorso possono sottoscrivere un contratto annuale a tempo determinato part-time e acquisire 30 CFU o CFA del percorso universitario di formazione iniziale, al termine del quale superando la prova finale conseguono l’abilitazione all’insegnamento ed iniziano il periodo annuale di prova in servizio, il cui positivo superamento determina l’effettiva immissione in ruolo. Sì. Ammettiamolo, sono modalità piuttosto complesse e farraginose, ma si spera che servano ad incanalare verso il reclutamento docenti soltanto coloro che sono veramente interessati a insegnare, senza inflazionare le partecipazioni ai concorsi e le graduatorie insegnanti.

Insegnare con la laurea triennale: come candidarsi con la MAD per l’anno scolastico 2023/2024

La procedura della MAD, o messa a disposizione, offre la possibilità di presentare una candidatura spontanea per ricoprire ruoli di supplenza temporanea nelle scuole. Inviando una specifica richiesta, i candidati possono proporsi direttamente ai dirigenti scolastici. Dopo l’esaurimento delle assegnazioni tramite le graduatorie d’istituto e quelle degli istituti limitrofi, il dirigente scolastico prende in considerazione le domande di messa a disposizione pervenute, allo scopo di assegnare supplenze per le cattedre ancora vacanti e assicurare la continuità dell’insegnamento. La MAD può essere inviata a scuole di ogni ordine e grado, sia statali che paritarie, e non esiste un limite al numero di volte in cui può essere presentata. Anche la tua candidatura, basata sulla laurea triennale, può essere tra quelle selezionate per una supplenza.

Perché candidarsi con la MAD per l’insegnamento con laurea triennale?

La MAD si rivela una preziosa opportunità per coloro che possiedono solamente una laurea triennale o sono ancora in corso di studi per la laurea magistrale. Non bisogna sottovalutare le supplenze MAD, in quanto offrono vantaggi notevoli.

Questo strumento diventa particolarmente utile per coloro che desiderano ottenere il loro primo contratto a tempo determinato nel settore dell’istruzione. La MAD costituisce un’alternativa ai tradizionali concorsi pubblici per accedere direttamente al mondo dell’insegnamento. Sebbene il superamento dei concorsi pubblici permetta l’ingresso nelle graduatorie, è richiesta una laurea magistrale (o equivalente, a seconda del periodo in cui è stata conseguita) e, in alcuni casi, l’acquisizione di ulteriori crediti formativi. Al contrario, per candidarsi attraverso la messa a disposizione, si richiedono requisiti di base senza la necessità di essere già abilitati all’insegnamento o iscritti in una specifica fascia di graduatoria.

Un altro aspetto importante è che le ore di lavoro accumulate durante la supplenza MAD non vanno perse. Infatti, contribuiscono all’accumulo di punteggio, che può rivelarsi utile per ottenere incarichi più stabili nel futuro, qualora si riesca a entrare in graduatoria tramite i concorsi. In questo modo, la MAD rappresenta un primo passo strategico verso una carriera nell’insegnamento.

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